Patto con la filiera dell'auto. Urso e Anfia verso l'intesa

Riconversione e competitività temi centrali. Il ministro: "Accordo fondamentale, ora il tavolo con Stellantis"

Il ministro Adolfo Urso
Il ministro Adolfo Urso
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Un patto strategico per la filiera automotive del Paese. Se ne sta discutendo in questi giorni ai vertici di Anfia, l'associazione che riunisce le imprese del settore. L'interlocutore con cui confrontarsi è Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, al quale viene comunque riconosciuto di aver compreso l'importanza del comparto automotive con il conseguente avvio della discussione sulle sfide sempre più pressanti, in particolare quella legata alla eco-transizione. Senza dimenticare l'obiettivo di incrementare i volumi di produzione di veicoli nelle fabbriche italiane di Stellantis, risultato di cui beneficerebbe ovviamente anche l'indotto. Il sogno, in proposito, è di riportare a 1 milione i veicoli realizzati sulle linee di montaggio. Allo stato attuale, però, di strada ce n'è ancora molta da fare: secondo l'ultimo report Fim-Cisl nel 2023 ci si dovrebbe fermare a 730mila unità (+1,8% sul 2022), di cui 510mila vetture.

Da parte sua, il ministro Urso rassicura nuovamente il settore, dicendosi fiducioso che «in settimana (tra domani e giovedì, ndr) raggiungeremo un accordo con Anfia per definire quali siano le strategie per consentire alla nostra straordinaria filiera di poter riconvertire queste aziende al meglio, ed essere competitive anche nel settore elettrico, così come lo sono in quello endotermico». Un risultato, questo, indispensabile per compiere il passo successivo, ovvero l'intesa con Stellantis che «mi auguro possa essere sottoscritta allo scopo di riprendere la strada della crescita nella produzione di veicoli nel nostro Paese», le parole del ministro. Fondamentale, a questo punto, è che si faccia chiarezza sulle reali esigenze della filiera, quindi focalizzarsi sulle modalità per creare le condizioni di operatività e business auspicate. «Si parla di 1 milione di auto da produrre negli stabilimenti della Penisola - afferma un imprenditore dell'indotto - ma bisogna essere chiari e non più generici. Di questi veicoli, quanti si pensa debbano essere elettrificati o solo elettrici? Occorrono obiettivi precisi sui quali costruire piani di politica economica. Il governo, inoltre, deve assicurare un forte impegno sulla competitività del comparto. E questo, a esempio, attraverso interventi sui costi energetici e sull'ecosistema in generale. Il processo di riconversione delle aziende dev'essere sostenuto».

Altro nodo da sciogliere è quello della

rimodulazione degli incentivi: «Il progetto complessivo - spiega il ministro Urso - riguarderà anche, ma non solo, la domanda. Altrettanto importante è il sostegno all'offerta. Vogliamo ricostruire la strada dell'auto italiana».

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