Scatta il salasso sulle pensioni. Come ricordato da ilGiornale, da giugno l'Inps attiverà i tagli sugli assegni. La mannaia di Stato opererà su due fronti: quello delle pensioni d'oro e quello delle rivalutazioni bloccate come voluto dalla legge di Bilancio varata nel 2018 dal governo gialloverde. Gli importi delle pensioni, per quanto riguarda le rivalutazioni è già in atto, ma a giugno scatterà il conguaglio con il recupero di quanto incassato in più dai pensionati nei primi tre mesi dell'anno per il mancato adeguamento Inps alle direttive della manovra. I tagli sulle rivalutazioni sono questi: per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Un taglio differente è invece quello sugli assegni d'oro. Ecco cosa accade: il taglio sarà del 15% per la quota di assegni tra 100.000 e 130 mila euro fino ad arrivare al 40% per la quota oltre 500 mila euro. I tagli saranno del 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; del 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; del 40% per la quota di importo eccedente i 500.000 euro.
Ma le associazioni di categoria e gli studi legali sono già sul piede di guerra. Già pronta una valanga di ricorsi per evitare la sforbiciata. Celeste Collovati, esperta di temi previdenziali (inforicorsipensioni@gmail.com) di Dirittissimo ci spiega in che modo verranno portati avanti i ricorsi: "Ci apprestiamo a presentare alla Corte dei Conti o al Tribunale Ordinario del Lavoro, a seconda che si tratti di pensionati ex dipendenti pubblici, ovvero di privati. Ricordo come la Corte abbia affermato l’illegittimità delle norme di decurtazione della pensione nel caso di reiterazione delle medesime (Sentenza n. 250 del 2017). E le norme approvate con la Legge di Bilancio per il 2019 reiterano precedenti norme sui tagli. In definitiva, si tratta di norme che non solo violano il principio costituzionale di certezza del diritto, in quanto incidono su diritti acquisiti sui quali i cittadini fanno legittimamente affidamento, ma violano manifestamente proprio il divieto di reiterazione sancito dalla Corte Costituzionale, nonché la tutela dell’integrità della pensione, costituzionalmente tutelata". Infine Collovati fa un esempio chiaro di quello che accadrà nel prossimo cedolino dei pensionati d'oro: "Un pensionato che percepisce poco piu’ di 10.000 Euro lorde al mese di pensione, vede, nel mese di giugno, una decurtazione superiore a Euro 400.
Tale applicazione cumulata delle decurtazioni decorrenti dal 1 gennaio 2019 rende ancora più accentuata la lesione ai diritti di questi pensionati". L'1 giugno in piazza scenderanno tutti quei pensionati che sono "stufi" di essere trattati come bancomat.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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