Il taglio delle pensioni è ormai arrivato. L'Inps ha dato la conferma: dall'1 giugno scatta la sforbiciata. Il taglio sarà due fronti (come voluto dalla sponda grillina dell'esecutivo). Da un lato ci sarà la sforbiciata dovuta al blocco delle rivalutazioni voluta dal governo, dall'altro ci sarà il taglio sugli assegni d'oro. Una doppia mazzata. Nel primo caso gli importi verranno ridotti della quota che era stata versata nei primi tre mesi dell'anno con rivalutazione più alta dovuta al mancato adeguamento degli importi da parte dell'Inps come stabilito dalla legge di Bilancio approvata il 30 dicembre del 2018. Nel secondo caso scatterà la mannaia su tutte quelle pensioni da 100mila euro lordi in su. A comunicare l'imminente taglio è stato l'istituto di previdenza sociale con il messaggio 1926/2019. Di fatto su almeno cinque aliquote marginali, eccedenti la quota dei 100mila euro, il taglio sarà da un minimo del 15 per cento ad un massimo del 40 per cento. Il taglio avrà durata quinquennale e riguarderà 24mila pensionati.
Da queste sforbiciate, come ricorda ilSole24Ore, sono previsti 45 milioni di surplus per le casse dello Stato. Nel dettaglio la sforbiciata sarà articolato in questo modo: il taglio sarà del 15% per la quota di assegni tra 100.000 e 130 mila euro fino ad arrivare al 40% per la quota oltre 500 mila euro. I tagli saranno del 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; del 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; del 40% per la quota di importo eccedente i 500.000 euro. Secondo una simulazione de Il Sole su una pensione da 120mila euro lordi annuali il taglio per un anno ammonterebbe a 1.710 euro al netto dell'Irpef. Si tratta di una riduzione netta che partirà già con meno 131,5 euro sul cedolino di giugno. In termini percentuali le riduzioni potrebbero ammontare all'1,36 per cento per la fascia che va da 100mila euro e toccherà il 24 per cento per tutti i pensionati che sfondano la soglia dei 500mila euro lordi.
A riparo dalle sforbiciate sono tutti i pensionati che sono andati in pensione con un calcolo totalmente contributivo. Per quanto riguarda la rivalutazione degli assegni il taglio per quelli da 1.522 euro lordi fino ai 2000 lordi resta inferiore all'euro. sarà di 5 euro per gli assegni tra i 2000 e i 2500 euro lordi e di 25 euro per i ratei che superano i 5mila lordi. Le associazioni di categoria sono già sul piede di guerra e l'avvocato Luca Cavenari dello Studio Dirttissimo (inforicorsipensioni@gmail.com) a ilGiornale.it spiega in che modo è possibile opporsi a questo vero e proprio prelievo forzoso: "A titolo di esempio, un pensionato che percepisce poco piu’ di 10.000 Euro lorde al mese di pensione, vede, nel mese di giugno, una decurtazione superiore a Euro 400. Tale applicazione cumulata delle decurtazioni decorrenti dal 1 gennaio 2019 rende ancora piu’ accentuata la lesione ai diritti di questi pensionati. Ci apprestiamo a presentare alla Corte dei Conti o al Tribunale Ordinario del Lavoro, a seconda che si tratti di pensionati ex dipendenti pubblici, ovvero di privati. Le norme approvate con la Legge di Bilancio per il 2019 reiterano precedenti norme sui tagli.
In definitiva, si tratta di norme che non solo violano il principio costituzionale di certezza del diritto ma violano manifestamente proprio il divieto di reiterazione sancito dalla Corte Costituzionale, nonché la tutela dell’integrità della pensione, costituzionalmente tutelata". L'1 giugno i pensionati scenderanno in piazza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.