Piano Generali al test della partita Natixis. Donnet gioca al rischia-tutto per la conferma

Non ci sarà la lista del cda. Gli analisti prevedono alta tensione

Piano Generali al test della partita Natixis. Donnet gioca al rischia-tutto per la conferma
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Philippe Donnet (nella foto) cala il suo poker. Il nuovo piano di Generali, approvato ieri dal cda e che oggi sarà dettagliato all'Investor Day in programma a Venezia, è il quarto che porta la firma del manager francese con passaporto italiano. Tra l'altro il ceo, il presidente Andrea Sironi e altri consiglieri si sono detti disponibili a un nuovo mandato, anche se il board ha deciso di non presentare una propria lista per il rinnovo dei vertici. Quanto alla strategia al 2027, questa è attesa ricalcare le orme del passato ma con una più corposa remunerazione dei soci, è il biglietto da visita con cui Donnet intende convincere gli azionisti a riconfermarlo per la quarta volta al Leone.

Il percorso verso l'assemblea dell'8 maggio, chiamata a rinnovare il cda, si presenta però alquanto tortuoso. Il nuovo piano arriva infatti in un momento cruciale della storia della maggiore compagnia assicurativa italiana, sulla quale è in atto un'accesa disputa tra i grandi soci che si intreccia con l'affare Natixis. La decisione di mettere a fattor comune i risparmi italiani e quelli dei francesi ha sollevato un polverone politico per il timore che 630 miliardi di risparmi degli italiani possano essere gestiti da mani estere. L'accordo non vincolante stretto tra Generali e Bpce (la capogruppo di Natixis) prevede la costituzione di una joint venture che avrà una dote monstre di 1.900 miliardi di masse gestite e ricavi per 4,1 miliardi. Uno degli aspetti più discussi è il fatto che, al termine del primo mandato da 5 anni - che vedrebbe il ceo di Bpce, Nicolas Namias nel ruolo di presidente, Donnet vicepresidente e Woody Bradford (ceo di Generali Investments) quale ceo della newco - Generali può perdere la guida della Jv e, quindi, anche la presa su 630 miliardi di asset apportati dalla compagnia italiana. La gestione patrimoniale è un gioco di scala e l'accordo con Natixis darebbe, secondo Donnet, delle economie che Generali da sola non sarebbe stata in grado di realizzare. Tuttavia, non mancano i punti oscuri, a partire dai dubbi legati alle complessità della struttura. Gli analisti di Barclays pongono l'accento sui rischi dei modelli multi-boutique e sul limitato e ritardato beneficio a livello di utili.

Tornando alle linee guida da qui al 2027, Trieste dovrebbe mantenere il focus come in passato «sull'aumento della diversificazione dei ricavi, l'ottimizzazione nella gestione dei costi operativi, la riduzione della sensitivity del risultato operativo e della posizione di capitale alle dinamiche di mercato», spiegano da Equita, advisor di Mediobanca, azionista di controllo con il 13,1% delle Generali. Al centro delle attenzioni degli investitori ci sarà anche la politica di remunerazione.

Il Leone dovrebbe staccare nei prossimi anni una cedola più generosa, Citi prevede un dividendo in aumento del 5%, mentre Equita ipotizza dividendi complessivi (sugli utili 2024-2026) per 6,9 miliardi nell'arco del triennio, a cui si dovrebbe aggiungere un buyback nell'ordine di 1,5 miliardi.

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