Pop Bari alla conta per i vertici Il futuro passa dalle Regionali

Il cda sarà di 5-7 componenti, Battaglia per la presidenza Emiliano vorrebbe entrare nel capitale, ma dipenderà dal voto

Pop Bari alla conta per i vertici Il futuro passa dalle Regionali

È partito il count down per l'uscita dalla amministrazione straordinaria di Banca Popolare di Bari il cui salvataggio è finora costato circa 1,2 miliardi al Fondo interbancario per la tutela dei depositi bancari (Fitd) e 430 milioni al Mediocredito Centrale (Mcc), istituto controllato dal Tesoro tramite Invitalia. Ieri è stata convocata per il 15 ottobre l'assemblea degli azionisti chiamata a eleggere i vertici che guideranno l'istituto, arrivato lo scorso dicembre sull'orlo del default, verso i nuovi orizzonti. Dopo il flop di settembre, in cui nessun socio aveva presentato le liste, questa volta l'appuntamento dovrebbe avere successo: ad essere determinanti saranno le elezioni regionali in Puglia in agenda oggi e domani.

Gli azionisti hanno tempo fino al 25 settembre per presentare le liste. Il riferimento è in particolare all'Mcc visto che l'Fitd ha scelto di non rimanere nel capitale. La rosa di candidati del Mediocredito sarà presentata in accordo con il suo azionista e le istituzioni. Il cda sarà formato da un numero compreso tra i 5 e i 7 consiglieri tra cui dovrebbe figurare quale amministratore delegato quello di Gianpiero Bergamini, appena subentrato alla poltrona di direttore generale occupata fino a fine agosto da Paolo De Angelis. La vera battaglia sarà però per la presidenza contesa tra l'imprenditore Alessandro Laterza, l'ambasciatore Giovanni Castellaneta e Giovanni De Gennaro ex presidente di Leonardo. Potrebbero trovare posto in consiglio anche Stefano Farabbi, di Cassa di Orvieto (controllata da Pop. Bari) e il direttore finanziario Cristiano Carrus chiamato a dicembre dopo il commissariamento dell'istituto. Qualche punto interrogativo è destato dalla posizione dei due commissari, Antonio Blandini ed Enrico Ajello, che hanno traghettato l'istituto dall'incubo del default fino all'iniezione di capitale da parte di Mcc e Fitd e alla approvazione della metamorfosi in spa. Bankitalia, secondo fonti di mercato, preferirebbe evitare il rischio di conflitti di interesse con le gestioni precedenti e, allo stesso tempo, vorrebbe limitare in cda la presenza di rappresentanti locali per evidenziare la svolta del gruppo rispetto alla gestione della famiglia Jacobini. Nel frattempo, Michele Emiliano, che domani si gioca un nuovo mandato alla presidenza della Puglia, ha già messo le mani avanti auspicando che la Regione possa entrare nel capitale della banca con un investimento di 60 milioni in grado, in teoria, di aprire all'istituzione le porte del cda. Un passo positivo per il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che tuttavia ha dovuto ammettere che ci saranno questioni tecniche da dirimere.

Mi auguro che, dopo l'ottimo lavoro dei commissari, si mantenga la banca indipendente dalla politica nazionale e soprattutto locale così che possa svolgere il proprio ruolo di collegamento con il territorio e agire in modo costruttivo. Non mi meraviglierei tuttavia che la classe politica agisse trasversalmente sostiene Lando Maria Sileoni, segretario nazionale della Fabi. Il rischio? Quello di tornare a una gestione clientelare che ha portato al commissariamento di Pop. Bari.

Con l'uscita dal commissariamento e il nuovo management la sfida per Pop. Bari, almeno nelle intenzioni del governo, è quella di trasformare l'istituto nella banca del Sud divenendo un polo aggregante per le numerose realtà locali troppo piccole per proseguire in modo indipendente come la Banca Pop. Agricola di Ragusa, la Banca di Imola, Banca Popolare di Fondi, Banca di Macerata, Banca Popolare di Lajatio, Banca Popolare di Cortona, Pop. Pugliese, pop. Valconca Pop.

Frusinate, Pop. Puglia Basilicata. Per capire come e anche come Pop. Puglia tornerà a generare utili (magari con un focus sulle svalutazioni più recenti dei crediti incagliati) occorrerà però attendere il piano industriale.

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