Pos obbligatori, scattano le multe. Ma la legge ha più di una falla

Il 30 giugno arriva l’obbligo per i commercianti e i professionisti di accettare pagamenti elettronici. Una legge che entra in vigore dieci anni dopo essere stata scritta, quando la situazione era diversa

Pos obbligatori, scattano le multe. Ma la legge ha più di una falla

L’obbligo del Pos è la pecora Dolly italiana. Così come l’ovino alla nascita aveva cellule vecchie di sei anni (l’età della madre biologica da cui le cellule erano state prese per la clonazione), l’obbligo per i commercianti di accettare pagamenti elettronici, a prescindere dall’importo dello scontrino, nasce con le cellule dell’Italia di dieci anni fa.

Una legge vecchia

L’obbligo è sancito dal Decreto legge 179/2012 che compirà 10 anni tondi il prossimo mese di ottobre e che è stato approvato quando in Italia erano installati 1,5 milioni di Pos, circolavano 72 milioni di carte tra quelle di credito e di debito, utilizzate per una spesa totale di 1,1 miliardi di euro.

Oggi, riferisce il Sole 24 Ore, i Pos sono 4,2 milioni (quasi il triplo), le carte 106 milioni (il 150%) e le transazioni hanno generato un indotto superiore ai 3,8 miliardi (più del 350% rispetto al 2012). Questi numeri certificano che a fronte del più alto numero di Pos installati nei Paesi dell’Eurozona, l’Italia è quella che usa meno le carte. E questo non è necessariamente un male perché questi numeri non tengono conto delle nuove forme di pagamento.

App e altri metodi

I pagamenti mediante app o altri sistemi innovativi nel 2021 hanno generato transazioni per 9,3 miliardi di euro e questi non sono contemplati nella legge. I pagamenti contactless fatti con app come Apple Pay, Google Pay e simili, Satispay, così come Qr code o applicazioni create da catene di vendita al commercio non rientrano nei parametri di accettazione da parte dei commercianti, ai quali corre l’obbligo di accettare pagamenti mediante carte. E questo nonostante l’articolo 15 comma 5 del Decreto 179/12 prevede da 10 anni che il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) e il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) hanno il potere di estendere l’obbligo anche ad altre metodologie di pagamento, tra le quali quelle che oggi sono ancora escluse.

Un obbligo che pesa anche sugli studi professionali i quali, su espressa richiesta del cliente, devono porgergli il Pos anche in alternativa al bonifico bancario, anche immediato, di cui di solito si fa utilizzo, mediato da diversi istituti di credito e anche da PayPal.

Nonostante i 10 anni di tempo a disposizione non si è fatto un passo avanti, lasciando la legge praticamente al suo stato embrionale. Come se le cellule della pecora Dolly non fossero invecchiate neppure di un giorno dopo due lustri di vita.

Cosa succede dal 30 giugno

Gli esercenti, i commercianti e i professionisti (partite Iva incluse) che dovessero rifiutare il pagamento tramite carte di credito o debito per qualsiasi importo, saranno sanzionabili con una doppia ammenda: una di 30 euro e l’altra del 4% del valore dello scontrino. Un sistema che rende macchinose le verifiche: il consumatore che volesse segnalare un’irregolarità deve contattare la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle entrate le quali si faranno carico degli approfondimenti del caso. Occorre quindi che il consumatore si faccia carico di un’azione che richiede tempo.

Non sono sanzionabili quei commercianti che dimostrano problemi di funzionamento dei Pos (problemi tecnici o di linea) e, sul fronte degli incentivi per chi si allinea alla legge, c’è una brutta notizia: il credito di imposta per chi acquista Pos collegabili a registratori di cassa telematici e il credito di imposta che copre il 100% delle commissioni scadono proprio il 30 giugno 2022. A partire dal 1. luglio sarà ridotto al 30%, limitatamente alle aziende che fatturano meno di 400mila euro.

L’obbligo esiste dal 2014

L’obbligo di accettare pagamenti elettronici è entrato in vigore il 30 giugno 2014 ma senza ammende a carico di chi non si fosse adeguato.

Con il decreto Pnrr 2 è stato deciso di rendere effettive le sanzioni a partire dal 30 giugno 2022 al posto del primo gennaio del 2023, con l’intenzione di allinearsi il prima possibile ai parametri del Recovery Plan europeo, le cui nozioni richiamano anche la necessità di espandere l’obbligo di accettare pagamenti effettuati anche tramite sistemi nuovi e mediati da prestatori di recente costituzione.

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