![Poste a Bpm: "Alzate l'Opa su Anima"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/05/16/1715838841-21946954-large.jpg?_=1715838841)
Poste Italiane alza il prezzo per Anima. Il consiglio d'amministrazione del gruppo guidato da Matteo Del Fante (nella foto) ieri si è riunito vergando, a mercati chiusi, una nota stampa per spiegare di aver trasmesso «a Banco Bpm Vita una lettera di impegno ad aderire all'offerta pubblica di acquisto da quest'ultima lanciata sulle azioni ordinarie di Anima Holding». L'impegno è tuttavia subordinato al verificarsi di alcune condizioni, in primis che «il corrispettivo dell'offerta venga aumentato per adeguarlo all'andamento degli attuali prezzi di mercato».
La società dei fondi guidata da Alessandro Melzi d'Eril ieri ha chiuso con un impercettibile rialzo (+0,07%) a 6,95 euro per azione, con il prezzo offerto da Banco Bpm che si ferma a 6,2 euro per un controvalore complessivo, in caso di adesione totalitaria, di 1,58 miliardi. Prendendo alla lettera il comunicato di Poste, ai corsi odierni ci si aspetterebbe come minimo un ritocco da 0,80 euro per azione (200 milioni in più). Non è da escludere, tuttavia, che alla fine il rilancio - che deve necessariamente passare dall'assemblea di Banco Bpm, sotto passivity rule per l'Ops di Unicredit - possa essere anche superiore. Dal punto di vista del gruppo guidato da Giuseppe Castagna, ciò potrebbe rappresentare un vantaggio: ricevere la spinta di un grande socio come Poste (titolare dell'11,95% di Anima) ad alzare il prezzo dell'offerta, dà mani libere all'istituto per mettere in piedi un'ulteriore difesa nei confronti del blitz attuato da Andrea Orcel, numero uno di Unicredit. Bpm, del resto, aveva già intenzione di alzare la propria proposta, ma ora avrà un argomento in più in vista dell'assemblea straordinaria per ottenere il via libera dei suoi soci. Più si alza il prezzo di Anima, più l'acquisto di Bpm da parte di Unicredit diventa dispendioso. Inoltre, la stessa proposta di Piazza Gae Aulenti prevede per Unicredit la facoltà di non procedere nel caso in cui Banco Bpm modifichi il corrispettivo dell'offerta su Anima. Difficile che Orcel molli la presa tanto facilmente, ma certamente Castagna intende giocare ogni carta possibile per resistere all'assalto: già ora, del resto, agli attuali corsi di mercato (ieri Bpm ha chiuso in calo dell'1,8% a 8,87 euro) incorporano un rilancio virtuale intorno ai 3,5 miliardi dalla proposta iniziale. Intanto oggi Bpm pubblicherà i suoi dati di fine anno (altro parametro a cui Unicredit guarderà per formulare un possibile rilancio). Inoltre, domani Piazza Meda - avendo già centrato in anticipo i suoi target - presenterà l'aggiornamento del suo piano industriale. Anche questa sarà una leva importante per la banca oggetto dell'offerta, in quanto obiettivi ambiziosi potrebbero convincere i soci a dire «no, grazie» alle tentazioni di Orcel oltre che, anche in questo caso, stimolare al rialzo il valore del titolo. Discorso difensivo a parte, l'obiettivo dell'operazione - condizionata al raggiungimento del 66,67% del capitale e lanciata dalla controllata Bpm Vita, la quale attende l'ok della Bce sul Danish Compromise - è creare «una fabbrica prodotto integrata life insurance e asset management» dando origine a un nuovo campione nazionale. Si tratterebbe del secondo tra i gruppi italiani di matrice bancaria, con masse complessive di risparmio gestito e assicurazione sulla vita a circa 220 miliardi.
Tornando a Poste, nel corso del board non sarebbe stato toccato il discorso Tim.
Il gruppo guidato da Del Fante e dal direttore generale Giuseppe Lasco, che con la sua Poste Mobile ha una quota di mercato del 4%, è da tempo indicato come interessato a un'alleanza con l'ex monopolista e potrebbe essere una valida alternativa a Iliad e Cvc, con il fondo londinese che potrebbe anche ritirarsi dalla corsa per Tim nelle prossime settimane in caso di assenza di segnali di apertura da parte del governo.
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