
Il prestigioso marchio Versace si appresta a tornare in Italia. Archiviata l'importante kermesse della Milano Fashion Week, trovano sempre più concretezza i sussurri che indicano Prada ormai vicinissima a chiudere l'acquisto della casa di moda fondata nel 1978 dal defunto stilista Gianni Versace. Anticipate dal Giornale dello scorso 20 febbraio, le trattative sono ora ad uno stadio molto avanzato per il trasferimento a Prada del controllo di Versace dall'americana Capri Holdings.
Il gruppo milanese che fa capo a Miuccia Prada e al marito Patrizio Bertelli avrebbe messo sul piatto quasi 1,5 miliardi di euro e, stando alle ultime indiscrezioni rilanciate ieri da Bloomberg, l'operazione a meno di intoppi si concretizzerà nelle prossime settimane. Con questa mossa la maison milanese, che dal 2023 è guidata dal ceo Andrea Guerra, andrebbe ad arricchire il proprio portafoglio dei brand, dando forma a un player italiano del lusso dalle spalle più larghe e con quindi maggiori possibilità di competere con i colossi transalpini Lvmh e Kering, che negli anni hanno fatto shopping sfrenato in Italia rilevando marchi di grande prestigio quali Gucci, Bottega Veneta, Fendi e Loro Piana. In mani straniere da diversi anni è anche il marchio Valentino. L'accordo tra Prada e Capri Holdings potrebbe quindi essere finalizzato questo mese in quanto la prima fase della due diligence non ha rilevato rischi particolari. Al momento, bocche cucite sia al quartier generale milanese di Prada sia Oltreoceano. Il dossier è seguito per Prada dalle banche d'affari americane Goldman Sachs e Citi, mentre Barclays starebbe facendo da consulente a Capri Holdings che punta a cedere al miglior offerente anche Jimmy Choo.
Capri, che tra l'altro controlla Michael Kors, aveva acquistato la maison della Medusa nel 2018 dal fondo Blackstone, sborsando più di 1,8 miliardi di euro. La decisione di privarsi di Versace sarebbe maturata dopo gli ultimi dati finanziari della casa, con il terzo trimestre dell'anno fiscale in corso che ha registrato un fatturato di 193 milioni di dollari, in calo del 15 per cento rispetto all'anno precedente e una perdita operativa che si è ampliata a 21 milioni.
Dal canto suo Prada, che è quotata alla Borsa di Hong Kong (alla chiusura di venerdì capitalizzava poco meno di 22 miliardi di dollari), risulta
uno dei pochi gruppi del lusso a non patire la crisi che sta attraversando il settore. La spinta maggiore alle vendite arriva dal marchio Miu Miu. Da inizio anno il titolo Prada segna un rialzo in Borsa nell'ordine del 10%.
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