Il governo ha adottato quattro decreti che mirano a ridurre lo stock dei debiti delle imprese verso la pubblica amministrazione. A Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Monti ha invitato il governo a "dare carburante" alle imprese che stanno affrontando "con determinazione" la crisi economica.
Dopo mesi di aspre polemiche il governo ha finalmente deciso di scendere al fianco delle imprese che, in particolar modo, risentono della crisi e alle quali la pubblica amministrazione deve oltre 70 miliardi di euro. Debiti che contribuiscono a gettare nel panico gli imprenditori. "Nella consapevolezza del ruolo centrale delle imprese nel rilancio della nostra economia in un quadro finanziario risanato, come quello che abbiamo realizzato - ha spiegato Monti - pensiamo sia giunto il momento e ci siano le possibilità tecniche per sistemare parzialmente il problema di liquidità della imprese". Illustrando i quattro decreti sui ritardati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, il presidente del Consiglio ha spiegato che nelle intenzioni del governo ci sarebbe quella di smaltire una quota di 20-30 miliardi di euro già nel corso di quest’anno. "Il governo intende recepire la direttiva europea sui ritardati pagamenti entro fine anno - ha fatto presente il Professore - in anticipo quindi rispetto ai tempi previsti per marzo 2013".
A questo punto, secondo Monti, è fondamentale il recupero dei crediti che vantano nei confronti della pubblica amministrazione. "Sono le nostre aziende, a volte più piccole, innovative, che in questa fase difficile non hanno abbassato la testa - ha fatto presente il premier - per questo hanno bisogno di liquidità, di un carburante capace di riaccendere il motore della produttività". Durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi anche il viceministro del’Economia Vittorio Grilli ha fatto presente che il problema dei ritardati pagamenti è "un fenomeno che con l’avvento della crisi è divenuto un’emergenza che deve essere risolta". Oggi è stata conclusa la prima fase. Secondo Grilli, il primo obiettivo è quello di dare alle aziende anche nel periodo in cui attendono il pagamento dalla pubblica amministrazione di ottenere liquidità da parte del sistema bancario oppure di compensare i propri debiti con i crediti: il creditore invia istanza alla amministrazione debitrice che ha 60 giorni di tempo per rispondere. "Se questo processo di certificazione non arriva entro 60 giorni il creditore ha un appello immediato - ha continuato Grilli - si rivolge alla ragioneria provinciale che verifica e, in caso di mancata certificazione per non giustificabile rallentamento, certifica in prima persona".
Finiti i 60 giorni o nei successivi 60, nel caso le amministrazioni non siano veloci come speriamo, il creditore potrà rivolgersi al sistema bancario: con questa garanzia aggiuntiva potrà ricevere una anticipazione bancaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.