Quella norma per Expo che tira un brutto scherzo alle compagnie low cost

Nel decreto "Destinazione Italia" e nel pacchetto per l'Expo un cavillo che impone un dedalo burocratico agli aeroporti come Orio al Serio

Quella norma per Expo che tira un brutto scherzo alle compagnie low cost

Dovrebbe dare finalmente il via alla ripresa economica, ma il decreto Destinazione Italia rischia di affossare uno dei settori più fiorenti del nostro Paese (quello degli aeroporti che ospitano le compagnie low cost) con un dedalo burocratico che potrebbe allontanare gli investitori invece che attrarli.

E, come se non bastasse, lo fa con un cavillo inserito all'interno del pacchetto di norme dedicate all'Expo 2015 e che impone di indire bandi di gara pubblici ai "gestori di aeroporti che erogano contributi, sussidi o ogni altra forma di emolumento ai vettori aerei in funzione dell’avviamento e sviluppo di rotte destinate a promuovere o soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza". In pratica chiede agli aeroporti di svolgere una gara per l'affidamento di ogni nuova singola rotta, con la conseguente fine degli incentivi che ora vanno soprattutto alle low cost.

L'emendamento, secondo il Corriere della Sera, è stato presentato dal Nuovo centrodestra al decreto che deve ancora essere varato dalle commissioni della Camera e che ha davanti a se ancora un lungo iter. La norma è finita già al centro dei polemiche, al punto che qualcuno parla già di un decreto "Destinazione Alitalia". A beneficiarne, infatti, sarebbe sicuramente la compagnia di bandiera a scapito degli investitori stranieri. "È pura follia", ha commentato la Sacbo che gestisce lo scalo di Orio al Serio (uno dei più grandi del Norditalia e il "preferito" delle low cost). E la Assaeroporti ribadisce "la necessità di trasparenza e non discriminazione nel rispetto della piena libertà negoziale dei gestori aeroportuali".

"Bisogna assicurare parità di trattamento", precisa, "ma senza la necessità di gara che appesantirebbe in maniera assoluta ogni trattativa, con rilevanti effetti negativi sullo sviluppo del traffico aereo che già risente della crisi economica in atto". Dalla Commissione bilancio di Montecitorio assicurano che si vogliono "evitare che si crei un problema agli scali come Orio".

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