Quota 100 ha i giorni contati: tre proposte per cambiarla

A meno di nuovi provvedimenti, tra un anno Quota 100 andrà in archivio. Dal blocco dell'anzianità contributiva alla maggiore flessibilità: ecco tre proposte per modificare il provvedimento (e la Fornero)

Quota 100 ha i giorni contati: tre proposte per cambiarla

Nel 2021 scadranno i tre anni di sperimentazione di Quota 100 e, a meno di nuovi provvedimenti, tornerà la rigidità della Fornero.

In altre parole, come sottolinea Il Corriere della Sera, un lavoratore che dovesse compiere 62 anni o maturarne 38 in contributi proprio nel gennaio del prossimo anno, dovrà per forza di cose fare i conti con uno "scalone" di 5 anni e tre mesi, con la possibilità di accesso alla pensione a 67 anni e 3 mesi di età oppure con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva. Ma anche quest'ultima opzione scadrà nel 2026, per lasciar spazio ancora una volta alla Fornero: in tal caso scatterà una previsione di 43 anni e 6 mesi per gli uomini e uno in meno per le donne.

È dunque quanto mai necessario rimodulare Quota 100 e scrivere nero su bianco una riforma definitiva sulla quale basarsi per almeno un decennio. Attenzione però, perché un'impresa del genere non è affatto facile.

I vincoli da rispettare

Intanto ci sono da considerare i seguenti vincoli. A causa di un messaggio comunicativo fuorviante, sarebbe molto pericoloso proporre una soluzione "che faccia come somma" meno di 100.

Poi è vero che serve la flessibilità in uscita ma è altrettanto vero che esistono vincoli pressanti da rispettare per i non floridi conti pubblici italiani. Inoltre, scaricare i problemi riguardanti lavoratori con particolari problemi di salute, di famiglia o di faticosità del lavoro sulla collettività non sarebbe equo, oltre a essere molto costoso.

Dulcis in fundo, stabilire precise età di pensionamento collegate alla tipologia di lavori getterebbe l'Italia in un vero e proprio caos pensionistico

Certo, i vincoli citati devono essere rispettati. Ma dall'altro lato è necessario altresì risolvere i guai provocati dalla Fornero. I più importanti correttivi sono tre: occorre garantire maggiore flessibilità, rivedere l'adeguamento dell'anzianità contributiva all'aspettativa di vita (un aspetto che tra l'altro potrebbe generare errori macroscopici) e prevedere le stesse regole e le stesse protezioni per le due differenti platee di lavoratori create dalla riforma (e cioè i retributivi misti e i contributivi puri).

Le tre proposte per modificare Quota 100

Ecco, invece, tre possibili proposte da prendere in considerazione per cambiare Quota 100 e la Fornero. Con la prima si potrebbe prevedere, magari già a partire dal prossimo anno, a un apposito fondo per le pensioni contributive.

Si tratterebbe, in sostanza, di un fondo a supporto delle generazioni più giovani. Un fondo di dotazione, inoltre, che sarebbe capace di sostenere le pensioni di coloro che hanno iniziato a lavorare il primo gennaio 1996.

La flessibilità in uscita potrebbe poi essere modificata in questi termini. Da una parte ripristinando la flessibilità prevista dalla riforma Dini/Treu (ovvero tutti i lavoratori accedono alla pensione a 64 anni di età, adeguata alla speranza di vita, e dopo aver raggiunto 37/38 anni di contributi), dall'altra proponendo fondi di solidarietà ed esubero, gli stessi già adottati da banche e assicurazioni.

La terza proposta riguarda il blocco dell'anzianità contributiva a 42 anni e 10 mesi per gli uimini e un anno in meno per le femmine.

Per le madri, ad esempio, si potrebbe considerare uno sconto pari a 8 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di tre; per i lavoratori precoci, invece, una riduzione di un quarto di anno per ogni anno lavoratori prima del compimento dei 20 anni.

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