In pensione col riscatto laurea? Ecco a chi non conviene

Quota 100 sta per essere mandata in pensione e molti italiani scelgono di riscattare la laurea. L'impatto medio sull'assegno mensile è di poco inferiore ai 100 euro. Il riscatto conviene a chi ha iniziato a lavorare presto o a chi non ha uno stipendio elevato

In pensione col riscatto laurea? Ecco a chi non conviene

Con Quota 100 in scadenza a fine anno e ancora nessuna certezza su quali strumenti verranno adottati per permettere di anticipare la pensione, molti italiani scelgono - e sceglieranno - di ricorrere al riscatto della laurea.

Secondo i dati Inps, nel solo 2019 le richieste sono quasi raddoppiate (da 27mila a oltre 46 mila). Visto il successo della misura, il governo sta valutando una proroga o un rafforzamento. La norma prevede che si possano riscattare gli anni degli studi universitari a fini pensionistici senza limiti d'età, ma a condizione di non aver versato contributi prima del 1996 o di essere iscritti all'assicurazione generale obbligatoria. È possibile riscattare fino a cinque anni di università, a un costo che si aggira attorno a una media di 5.200 euro per ogni anno di studio.

Per riscattare la laurea è necessario aver conseguito il diploma di laurea o un titolo equiparato. I periodi per i quali si domanda il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa. Occorre poi essere titolari di almeno un contributo obbligatorio nell'ordinamento pensionistico in cui viene richiesto il riscatto. La domanda va inviata all'Inps per via telematica, accedendo con il proprio codice Pin al sito dell'ente di previdenza. In alternativa, può essere presentata tramite un commercialista, un consulente del lavoro o via Caf. Sul sito Inps esiste un simulatore che permette a chiunque di farsi un'idea dell'importo dovuto. L'impatto sull'assegno pensionistico, considerato uno stipendio medio di circa 30mila euro, si attesta in genere tra gli 80 e i 100 euro mensili.

Ma a chi conviene riscattare la laurea? Secondo Altroconsumo, recuperare la contribuzione degli anni di laurea è quasi sempre conveniente, ma lo è maggiormente per chi non ha retribuzioni particolarmente elevate e per chi ha iniziato a lavorare molto presto. "Se, per esempio, hai finito di studiare perfettamente in corso a 22 anni e hai subito iniziato a lavorare e non hai mai smesso di farlo, - si legge sul sito dell'associazione dei consumatori - il riscatto della laurea può essere una scelta che ti avvicina al requisito attuale dei 42 anni e 10 mesi (se uomo, uno in meno se donna) di anni di lavoro (e di versamenti) che devi avere per poter anticipare la pensione.

Se, invece hai iniziato a lavorare più tardi, per esempio a 28 anni, riscattare quattro anni di laurea potrebbe non aiutarti ad anticipare la pensione. Pensaci bene: 28 anni più 42 e 10 mesi vanno a essere quasi 71 anni, 4 oltre l’attuale età della pensione. Li anticipi di 4 con 4 di riscatto, arrivi comunque 67 anni".

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