Se ne parla da decenni e per valutare i reali effetti passerà ancora del tempo. Epperò la riforma del catasto, licenziata ieri dal Consiglio dei ministri, rappresenta comunque una sorta di rivoluzione. Lo scopo è quello di riordinare le rendite, stanare le case fantasma e non solo. Cambieranno i metodi di valutazione e verranno "riesumate" le dormienti commissioni censuarie nate nel 1886.
Queste avranno il compito di certificare e controllare i nuovi criteri di valutazione di calcolo delle rendite catastali. Sì, perché una delle principali novità è che i calcoli (e quindi le tasse) non verranno fatti in base ai vani ma in base ai metri quadri. Insomma, partendo dai valori di mercato dell'Osservatorio immobiliarie dell'Agenzia delle Entrate sarà elaborato un algoritmo per calcolare la rendita, tenendo conto della posizione e caratteristiche dell'immobile e partendo dai redditi di locazione medi. Poi, attraverso una formula matematica, si provvederà a intercettare tutti i dati. E così si andranno a censire tutti i circa 65 milioni di immobli del paese.
Un'operazione complessa e che prenderà molto tempo: dai tre ai cinque anni. Anche perché, per il via libera definitivo, servono ancora due decreti: attuativi per fissare l'agoritmo e di calcolo per rivedere gli ambiti territoriali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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