Romiti: "Nessun italiano, profonda amarezza per le nomine di Fca"

L'anziano manager, oggi 95enne, commenta la scelta dei vertici di Fca dopo l'uscita di scena di Marchionne: "Non si può fare solo gli interessi degli azionisti, ma anche quelli del Paese"

Romiti: "Nessun italiano, profonda amarezza per le nomine di Fca"

Cesare Romiti non ha dimenticato la Fiat, dove ha lavorato per molti anni, ricoprendo anche il ruolo di presidente (dal 1996 al 1998) dopo Gianni Agnelli. Come lui stesso raccontò alcuni anni fa in Fiat ebbe "praticamente carta bianca per venticinque anni".

L'anziano manager oggi commenta la scelta dei nuovi vertici di Fca e non nasconde "profonda amarezza" constatando che "su quattro nomine importanti, non siano riusciti a trovare nessun manager italiano". In un’intervista alle pagine torinesi del Corriere della Sera, Romiti auspica che Fca "continui a puntare sull’Italia e sul capoluogo piemontese. Non si può fare solo gli interessi degli azionisti, ma anche quelli del Paese".

Secondo il vecchio braccio destro di Gianni Agnelli, anche se "Manley sarà sicuramente la scelta migliore", ci si può leggere "un progressivo allontanamento dall’Italia. Ed è un peccato. Ci fosse ancora l’Avvocato Agnelli, e io a lui vicino, non sarebbe andata così".

Quanto a Marchionne, per la cui malattia si dice "davvero molto dispiaciuto", secondo Romiti si tratta

di "un manager eccezionale, sarà complicatissimo, se non impossibile, sostituirlo". Ovviamente in casa Fca sperano che non sia così e che il nuovo management possa essere all'altezza delle sfide per cui è stato chiamato.

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