Stop alla quotazione di Drs, la controllata americana di Leonardo. E l'ad Alessandro Profumo finisce nel mirino della politica: «Dal board societario - ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini - arriva l'ennesimo segnale preoccupante. È opportuna e urgente la scelta di una nuova dirigenza in grado di operare con serenità e visione industriale, assicurando la necessaria credibilità sui mercati». Un attacco giunto al termine di una giornata pesante in Borsa per l'ex Finmeccanica, società di attività strategiche nella difesa controllata dal Mef, i cui titoli hanno chiuso in calo del 6% a 6,87 euro.
Sul tanto atteso sbarco a Wall Street sono piovuti, evidentemente a sorpresa, i tagli alla spesa per la Difesa previsti da Biden. L'Ipo, annunciata da poche settimane, prevedeva l'offerta di 31,9 milioni di azioni ordinarie Drs in una fascia di prezzo compresa tra 20 e 22 dollari per azione. Un intervallo che implicava una valutazione di Drs tra 2,9 e 3,19 miliardi di dollari. Ieri mattina però, la controllata statunitense Leonardo US Holding ha annunciato che «nonostante l'interesse degli investitori, all'interno della fascia di prezzo definita le avverse condizioni di mercato non hanno consentito un'adeguata valutazione di Drs». Tuttavia Leonardo continua «a credere appieno nelle prospettive di Drs e a supportarne lo sviluppo». Mentre il mancato incasso (6-700 milioni) non pregiudica i progetti del piano industriale del gruppo. La decisione hacomunque fatto precipitare il titolo, che molto aveva corso sulla scorta dello sbarco a Wall Street (+45% la performance dai primi rumors di novembre).
Ma quali sono queste «avverse condizioni di mercato»? Il riferimento sarebbe ai alla Difesa Usa: il presidente americano starebbe valutando riduzioni al budget che alcuni analisti ipotizzano tra il 4-8% nei prossimi 5 anni. Una decisione che era però nell'aria e che non può non gettare qualche ombra sulla scelta del timing dell'Ipo Drs da parte delle tante grandi banche d'affari in campo: Goldman, BofA, J.P. Morgan; Barclays, Citigroup, Credit Suisse, Morgan Stanley; Agricole, Imi-Intesa Sanpaolo, MUFG e UniCredit; e Mediobanca come financial advisor.
«La società ha specificato che le manifestazioni di interesse erano nella fascia di prezzo commenta Massimo Gionso, consigliere delegato di Cfo Sim ma si fa fatica a credere che i possibili tagli alla spesa non abbiano ridotto le valutazioni degli investitori». D'altra parte dal 15 al 23 marzo, le mid cap della difesa Usa hanno corretto in media le proprie performance di Borsa di circa il 6%, in linea con il rischio percepito.
E, quindi, un tema difesa era proprio nell'aria. «La cosa peggiore aggiunge Gionso è che ora l'operazione ha perso il suo appeal speculativo e, nonostante la società parli solo di rinvio, a mio parere, per quest'anno non se ne riparlerà».
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