È ormai in via di conclusione la scadenza della settima proroga di sospensione degli atti fiscali, emanata dal governo per dare ulteriore respiro al Paese piegato dalla pesante crisi economica innescata dall'emergenza Coronavirus: dal primo marzo, infatti, riprenderà a pieno regime il lavoro dell'Agenzia delle entrate, con l'invio delle cartelle esattoriali.
La data di conclusione prevista è il 28 febbraio, e dal giorno successivo ricominceranno a partire le notifiche. Come ormai noto, sono circa 50 milioni le cartelle esattoriali in procinto di partire. E proprio a causa dell'ingente numero, si prevedono arrivi più rallentati, con invii distribuiti nell'arco di almeno 2 anni.
Ad occuparsi della spinosa questione è la nuova squadra di tecnici costruita dal premier Mario Draghi, il cui compito sarà quello di cercare di rimettere in moto la grande macchina amministrativa, senza però schiacciare definitivamente l'economia del Paese. Tante le pratiche accumulate durante lo scorso anno: si parla 16 milioni per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate e 34 milioni per l'Agenzia della riscossione. Questi atti devono ora raggiungere i destinatari, anche se, come anticipato in precedenza, gli invii saranno dilazionati nel tempo.
Troppo rischioso inviare in un'unica soluzione tutte le cartelle esattoriali. Non si tratterebbe solo di una mazzata per i contribuenti, ma inizierebbero a sussistere enormi difficoltà per la stessa amministrazione, che dovrebbe gestire le pratiche in una situazione in cui gli uffici non sono ancora tornati a lavorare a pieno regime. In una premessa del genere sarebbe facilissimo trovarsi in breve tempo in una condizione di autentico caos.
Per quanto riguarda i tanto decantati aiuti, il decreto ristori 5 di cui già si parlava nel corso del governo Conte, è attualmente allo studio del nuovo esecutivo formato dall'ex governatore della Bce. Il provvedimento, nel quale sarebbero contenute ulteriori misure di assistenza per quelle categorie pesantemente danneggiate dalla crisi economica, è in attesa di approvazione. Per tale decreto, come sottolinea Italia Oggi, il parlamento ha già varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro. Ed anche se nel testo potrebbero esserci delle variazioni rispetto alla bozza preparata dal Conte-bis, si parla di criteri precisi per accedere ai contributi a fondo perduto. Sarebbero previsti 1000 euro di bonus per coloro che sono in possesso di partita Iva da almeno 3 anni, hanno versato regolarmente i contributi e subìto una perdita di fatturato di almeno del 33% nel 2020 a causa della pandemia. Lo stesso bonus dovrebbe andare anche ai lavoratori stagionali, autonomi ed intermittenti. Nel decreto, infine, dovrebbe trovarsi anche una proroga della Cig e del blocco dei licenziamenti.
Per quanto riguarda il danno subìto dai titolari degli impianti sciistici e dai lavoratori del settore (si stima una perdita di circa 4,5 miliardi di euro), nel decreto ristori 5 dovrebbe appunto esserci una proroga della cassa integrazione.
All'interno del ristori 5 potrebbe esserci, inoltre, una pace fiscale per il 2021. Si ipotizza una nuova "rottamazione" delle cartelle, con saldo e stralcio per quelle entro un determinato importo, e solo nei confronti di coloro che sono stati danneggiati dall'emergenza Covid.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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