Paolo Scaroni si è dimesso dal consiglio delle Generali. L'addio, ufficializzato ieri sera, risolve l'«imbarazzo» in cui era immerso l'amministratore delegato Mario Greco dopo che l'ex capo azienda dell'Eni si era sospeso dal board del Leone davanti a una condanna di primo grado a tre anni per disastro ambientle a Porto Tolle. Il 14 ottobre, a norma di legge, l'assemblea dei soci del Leone avrebbe infatti dovuto decidere sul suo eventuale reintegro in consiglio, ma l'assise rischiava di spaccarsi in due: i grandi soci italiani propensi a non abbandonare Scaroni; i fondi di investimento internazionali per nulla intenzionati a rinunciare alla testa del top manager, finito anche al centro di un'indagine della magistratura sull'attività dell'Eni in Nigeria.
In mezzo alla ricerca di un difficile equilibrio c'era Greco, che se da un lato aveva trovato in Scaroni un alleato nella linea dura imboccata contro l'ex ad Giovanni Perissonotto e l'ex direttore generale Raffaele Agrusti, dall'altro ha sempre dimostrato di porre il mercato e gli investitori istituzionali al centro della sua gestione. Convinto che anche le Generali dovranno in prospettiva assomigliare a una public company, slegata dai salotti di potere e maggiormente radicata all'estero.
Fino a qui la ricostruzione ufficiosa di quanto accaduto nei meandri di quello che resta uno dei crocevia più delicati della finanza italiana insieme a Mediobanca, che ne è la prima socia. Molto più diplomatica, infatti, la motivazione avanzate nel comunicato delle Generali: la decisione di Scaroni è legata a nuovi impegni lavorativi che «rendono difficile svolgere con la dovuta dedizione l'incarico di consigliere e potrebbero determinare eventuali conflitti d'interesse», ha scritto il Leone. E il presidente Gabriele Galateri ha aggiunto «grande rammarico» per le dimissioni.
Se ne va da Trieste anche Sergio Balbinot per passare ad Allianz, dove entrerà nel consiglio di gestione dal primo gennaio 2015 con la responsabilità dell' insurance business nei paesi dell'area «Western and Southern Europe». Il manager friulano, 31 anni a Generali, di cui è stato ad per quasi un decennio, in coabitazione con Perissinotto, è l'ultimo degli storici top manager che lascia il gruppo dopo l'arrivo diGreco, alla guida del Leone da due anni. Come noto, Greco ha profondamente agito su uomini e organizzazione del passato, in alcuni casi anche traumaticamente, come dimostra appunto la causa di lavoro contro Perissinotto e Agrusti. Balbinot per anni si era occupato dell'estero.
Ma da tempo circolavano voci che davano anche lui in uscita, perché non amato da Greco. Ieri l'epilogo, con una posizione di grande peso: nel maggiore gruppo europeo di assicurazioni si occuperà di Italia, Francia, Benelux, Grecia e Turchia.
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