Sciopero controllori di volo del 17 luglio, cosa deve sapere chi parte

Disagi per chi prenderà l’aereo a causa dello sciopero di Ryanair, easyJet e Volotea. Una serrata che si aggiunge alle difficoltà che caratterizzano l’estate 2022

Sciopero controllori di volo del 17 luglio, cosa deve sapere chi parte

In Europa il traffico aereo è in piena turbolenza. I vettori non riescono a fare fronte alla domanda e pagano lo scotto delle politiche di licenziamenti e blocco delle assunzioni adottate durante il biennio marchiato dal Covid-19. Una situazione che ha toccato soltanto di sponda gli aeroporti italiani, messi in crisi più dagli scioperi che dalla contingenza del momento.

Gli scioperi in Italia

L’Ente nazionale di assistenza volo (Enav), società controllata in maggioranza dal ministero dell’Economia e delle Finanze che gestisce il traffico aereo da 45 torri di controllo e 4 Centri di controllo d’area (ACC) sul territorio nazionale, fa sapere che, il 17 luglio, le sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Ta e Unica hanno indetto uno sciopero a livello nazionale articolato in quattro distinte azioni. Tra le ore 14 e le 18, del 17 luglio sono previste anche serrate a livello locale in vari aeroporti secondo la nota pubblicata.

Tra le compagnie low cost ferme il 17 luglio figurano Ryanair, easyJet e Volotea. Il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, ha dichiarato, come riporta Ansa, che la serrata dei piloti e degli assistenti di volo Ryanair può essere scongiurata soltanto con un adeguamento dei salari. La richiesta di un tavolo di discussione a cui dovrà sedere anche il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

La discussione dovrà essere incentrata sull’applicazione dell’articolo 203 del Decreto rilancio, che si concentra sull’applicazione dei minimi salariali prevista dal contratto nazionale della categoria.

Londra contingenta

L’amministratore delegato dell’aeroporto di Heathrow (Londra), John Holland-Kaye, ha annunciato che sarà imposto un tetto al numero di passeggeri, massimo 100mila al giorno fino ai primi di settembre, chiedendo alle compagnie di non vendere più biglietti.

La forza lavoro disponibile, dice Holland-Kaye, non è sufficiente a soddisfare un numero superiore di passeggeri. Anche in questo caso a pesare sono stati i tagli imposti dalla pandemia. Lo scalo londinese era attrezzato per gestire il transito giornaliero di 125mila passeggeri e ora fatica a gestire i 104mila transiti medi registrati durante le ultime settimane.

Da qui la richiesta alle compagnie aeree di limitare la vendita di biglietti che creerebbe disagio a chi decolla, atterra o fa scalo a Heathrow.

Gli altri aeroporti

Durante i primi 10 giorni di luglio, gli aeroporti in cui si sono registrati i maggiori numeri di voli cancellati sono il Charles de Gaulle (Parigi), Heathrow e Gatwick (entrambi londinesi) e lo Schiphol di Amsterdam.

Disagi si sono verificati un po’ dappertutto, anche in Spagna e in Germania. L’Enac (l'Ente nazionale per l'Aviazione Civile) fa sapere che tra i 10 aeroporti più problematici non figurano quelli italiani.

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