Sei mesi di sofferenza per il mercato italiano dell'auto: -3,5%, cioè 1.082.197 veicoli immatricolati. Negativo anche giugno: -2,1%, dato che corrisponde a 171.626 immatricolazioni. E le prospettive non sono buone, visto che il 48% dei concessionari interpellati dal Centro studi Promotor si aspetta una domanda in calo. Gian Primo Quagliano, presidente del CsP, è categorico: «Nessuna ripresa è prevista nella seconda parte dell'anno». Sempre Promotor stima in 1.835.000 unità il conto finale dell'anno in corso rispetto a 1.910.564 del 2018. E in Europa la situazione è pure preoccupante, visto che l'Acea, l'Associazione europea dei costruttori, ha appena rivisto al ribasso il risultato del 2019, da +1% ha infatti corretto in -1%.
Nel dettaglio, in Italia soffrono Fca (-11,1% in giugno e -11,96% da gennaio) con Alfa Romeo sempre pesante (-30% e -47,2%), mentre a mostrarsi in crescita sono Jeep (+9,05% in giugno, ma -2,06% nei 6 mesi) e Lancia (+8,75% e +27,7%). Bene, invece, i mancati futuri compagni di viaggio di Renault Group (+13,82% e 5,7%) grazie al forte di traino di Dacia (+48,79% e +41,96%). La Casa madre di Parigi segna invece il passo, soprattutto nel semestre: -1,2% e -11% da gennaio.
Anche se partiti a semestre cominciato, è tempo di una prima analisi del sistema Bonus/Malus voluto dalla componente pentastellata del governo. Dall'esame per fascia di CO2 emessa, secondo i calcoli di Unrae, emerge che in giugno - il quarto mese dell'entrata in vigore del provvedimento - hanno segnato un incremento del 205,9% le immatricolazioni di auto fino a 20 g/km di CO2 (soprattutto elettriche), sostenute dall'incentivo, ma già in crescita lo scorso anno, mentre risultano in flessione le vetture da 21 a 70 g/km di CO2 (-46,1%), seppur anch'esse premiate.
Continua, invece, la crescita dei modelli soggetti al Malus, oltre i 160 g/km di CO2: +120,1% per le vetture con emissioni da 161 a 175 g/km; +15,2% da 176 a 200 g/km; +85,7% da 201 a 250 g/km, mentre flettono del 3,3% quelle oltre i 250 g/km. Una tendenza singolare, questa delle vetture acquistate nonostante le penalizzazioni. La risposta starebbe nelle forti promozioni da parte delle Case che, in pratica, si accollano il Malus. E il gioco è fatto.
Il governo, che con il Bonus/Malus non ha incontrato il favore delle associazioni di categoria, potrebbe ora rivedere lo spinoso tema della fiscalità dell'auto in base all'impatto ambientale generato.
Nell'ambito del Protocollo di intesa «Aria Pulita», firmato il 4 giugno a Torino da presidenza del Consiglio, sei ministeri e Conferenza delle Regioni, è prevista una riformulazione del bollo auto sulla base delle emissioni della vettura.
«Non può non destare il nostro interesse una misura in tal senso - afferma Michele Crisci, numero uno di Unrae - che auspichiamo possa determinare un veloce rinnovo del parco circolante, intervenendo sui veicoli più anziani, inquinanti e meno sicuri, senza penalizzare quelli di ultima generazione», innovativi e puliti.
Intanto, continua l'agonia del diesel: -22,5% in giugno e -22,5% nel primo semestre.
Cresce, al contrario, la domanda di veicoli a benzina. E quindi la media ponderata della CO2 nell'aria a 119,2 g/km nel mese (+4,9%) e 119,8 g/km (+5,9%) tra gennaio e giugno. La stessa CO2 che da più parti si vuole abbattere a scapito dei motori diesel.
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