Su i ricavi di Esselunga. Ma ora con l'Antitrust scoppia la guerra del pane

Ricorso contro la multa dell'Authority che colpisce anche Coop, Conad e Carrefour

Su i ricavi di Esselunga. Ma ora con l'Antitrust scoppia la guerra del pane

Esselunga alla guerra del pane. Il gruppo fondato da Bernardo Caprotti deve fare i conti con l'Antitrust che ha chiuso l'indagine sull'obbligo di reso del pane fresco rimasto invenduto, imposto ai fornitori da sei catene di supermercati oltre a Esselunga anche Coop Italia, Conad, Eurospin, Auchan e Carrefour comminando sanzioni per complessivi 680mila euro. Nel mirino del Garante è finito l'obbligo per il panificatore di ritirare, a fine giornata, l'intera quantità di prodotto rimasta invenduta sugli scaffali restituendo all'acquirente il prezzo corrisposto per l'acquisto. Ma il gruppo dei Caprotti non ci sta. E ha già annunciato il ricorso contro la multa sottolineando che «il pane venduto è per il 95% sfornato direttamente nei panifici dei nostri negozi, cioè non è fornito da panificatori terzi».

L'azienda ha anche proposto ai fornitori di farsi carico del pane invenduto «ma alcuni, il cui valore del reso corrisponde a oltre i due terzi del totale, hanno declinato l'offerta perché già legati da accordi di conferimento a mangimifici».

Nel frattempo, scendono gli utili ma aumentano le vendite di Esselunga nel 2018. Tanto che il colosso della grande distribuzione ha continuato ad investire nelle attività promozionali che l'anno scorso hanno consentito di erogare ai clienti quasi un miliardo e mezzo di sconti, 90 milioni in più rispetto al 2017. I numeri del bilancio mostrano vendite totali in aumento del 2,1% a 7,91 miliardi (+28,3% quelle del canale e-commerce che ha superato i 236 milioni) e ricavi netti per 7,74 miliardi. L'utile netto del gruppo è invece rallentato del 6,27% da 305,8 a 286,6 milioni. Sullo sfondo dei numeri, si agita il riassetto azionario: a gennaio scorso Giuliana Albera Caprotti, vedova del patron Bernardo, e la loro figlia Marina, alle quali il fondatore ha affidato il controllo della catena di supermercati, hanno avviato la procedura per acquistare il rimanente 30% dai figli di primo letto, Violetta e Giuseppe, e salire così al 100% della holding Supermarkets Italiani. Il lodo arbitrale sul reale valore della società ora entra nel vivo con la presidenza del collegio chiamato a fornire una valutazione super partes che potrebbe essere affidata a Enrico Laghi, commissario di Ilva (fino a giugno) e di Alitalia.

La querelle in atto da tre anni tra i due rami della famiglia Caprotti è finita anche sotto i riflettori dell'agenzia Standard&Poor's, secondo cui la migliore performance finanziaria realizzata nel 2018 «sarà bilanciata dal rischio di un aumento del debito dovuto al piano di buyout degli azionisti di maggioranza e da condizioni di mercato potenzialmente peggiori». Il miglioramento dei conti potrà quindi tornare utile «una volta che la transizione sarà completata».

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