La lobby degli assicuratori risponde alla bastonate ricevute dall'Ivass sul caro Rc auto. Mentre il governo annuncia di voler riformare la stessa normativa della responsabilità civile, il presidente dell'Ania, Aldo Minucci si appiglia ai numeri per dimostrare che le tariffe sono già in calo (-6% da settembre 2012 allo scorso maggio). In sostanza, dice il numero uno dell'associazione di settore, è «senza fondamento» l'accusa che i premi in Italia siano più elevati che nel resto d'Europa per l'esistenza di un cartello strisciante tra gli assicuratori: il premio medio è sceso, tasse incluse, da 560 a 525 euro per un totale di 1,5 miliardi, considerando i veicoli in circolazione. Le famiglie italiane pagano per le polizze obbligatorie 13 miliardi, con un'incidenza media sul reddito del 2%, ma superiore al 6% per quelle meno agiate, ha replicato il presidente dell'Ivass (nonché direttore generale di Bankitalia) Salvatore Rossi, che proprio ha avviato con l'Antitrust il previsto tavolo comune. L'Ania lamenta poi l'elevato carico fiscale: l'aliquota è il 25,5%, tra le più alte d'Europa.
C'è però un'altra molla alla base del duello Ivass-Ania: nell'ultimo anno le assicurazioni italiane hanno fatto soldi con il ramo Danni, che per buona parte è costituito proprio dal business Auto: sulla base del combined ratio, si può stimare una redditività media prossima al 7-8% con delle punte superiori al 10% per le compagnie più efficienti. Finanza a parte, l'altra metà del business assicurativo è il Vita che invece, complice l'attuale livello dei tassi di interesse, presenta margini risicati: secondo le stime di alcune analisti, una volta detratti tutti i costi, ci si avvicina all'1 per cento. Poco se non fosse perla grande massa critica del Vita, in cui l'Ania identifica peraltro il traino dell'attività di quest'anno: il comparto dovrebbe vedere i premi crescere del 15% (-5,5% nel 2012) a fronte di una frenata del Danni (-3,5%).
Se Ivass e Antitrust otterranno un taglio secco al costo della Rc auto, si ragiona nelle sale operative, ci sarebbero tuttavia non pochi grattacapi per i bilanci di molti gruppi assicurativi. Soprattutto se in parallelo tornasse a salire l'incidenza dei sinistri, oggi bassa perché la crisi sta inducendo gli italiani a lasciare l'automobile parcheggiata sotto casa. A meno che non si combatta con efficacia anche il fenomeno delle frodi, che si nasconde nella stessa casistica dei «colpi di frusta».
Non per nulla il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha avanzato l'idea di dotare le macchine di una scatola nera, impegnandosi a realizzare la tabella unica per la quantificazione del danno biologico che resta «un traguardo ineludibile». Senza contare che, stando all'Ania, sono 3,1 milioni i veicoli circolanti senza una copertura assicurativa, il 7% del totale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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