Tagli alla busta paga: chi rischia la beffa del Fisco

Con la scomparsa di detrazioni fiscali e assegno per il nucleo familiare dalle buste paga sarà l'Inps ad occuparsi di versare la cifra che dipenderà dall'Isee

Tagli alla busta paga: chi rischia la beffa del Fisco

A partire da marzo 2022 la busta paga sarà ridotta. Questo perché i datori di lavoro non riconosceranno più le detrazioni fiscali (cosa che determinerà il prelievo dell'intera Irpef) nè si occuperanno di erogare l'assegno per il nucleo familiare.

Il totale che il lavoratore non riceverà più dal proprio titolare in busta sarà riconosciuto dall'Inps, che verserà parte di tale somma sul conto corrente del diretto interessato in forma di "assegno unico e universale". La parte in questione potrà essere minore, uguale o maggiore, a seconda dell'Isee prodotto dal lavoratore. Le somme saranno identiche esclusivamente per quei nuclei con Isee fino a 25mila euro, nel caso in cui quest'anno ricevano l'assegno familiare, ma esclusivamente fino a dicembre 2022, e grazie ad una "clausola di invarianza". Il nuovo welfare dovrebbe entrare a pieno regime, come indicato da Italia Oggi, dopo 3 anni di transizione (quindi a marzo 2025) e sempre sulla base di un unico parametro, ovvero l'Isee.

I primi effetti si avranno sulle buste paga, dato che due delle misure che saranno soppresse si ritrovano oggi ancora nel cedolino gestito dai datori di lavoro, cioè le detrazioni fiscali e l'assegno per il nucleo familiare. A partire dal prossimo marzo queste voci non verranno più elaborate nelle buste paga. Italia Oggi riporta l'esempio di un lavoratore con retribuzione lorda di 20mila euro. In questo caso, ad oggi, il cedolino avrebbe un netto di 1421 euro, che a marzo 2022 scenderebbe fino a 1169 euro (- 252 euro). La differenza sarebbe recuperata successivamente dal diretto interessato tramite accredito sul conto corrente da parte dell'Inps del cosiddetto "assegno unico e universale". L'accredito sarà valido per un anno (marzo 2022-febbraio 2023) a partire dal mese successivo a quello della presentazione dell'istanza.

Come anticipato, non è detto che ciò che si perde venga interamente recuperato: tutto dipenderà dall'Isee. Nell'esempio precedente si era valutato un taglio di 252 euro: se la famiglia del diretto interessato presentasse un Isee inferiore ai 15mila euro avrebbe diritto a 350 euro al mese. Con Isee tra 24.700 e 24.800 euro rimarrà invariata la cifra di 252 euro mensili. Con Isee di 40mila euro il lavoratore perderebbe 152 euro, ricevendo soli 100 euro al mese.

Nessuna variazione prevista per quei nuclei con Isee fino a 25mila euro che nel 2021 percepiscono l'Anf per figli minori. Secondo le nuove regole dell'assegno universale, a queste famiglie va riconosciuta una "clausola d'invarianza" di tre anni per adeguarsi al nuovo welfare.

Nel caso in cui ci fosse differenza tra le due voci tagliate (detrazioni e assegno per nucleo familiare) e l'assegno universale verrà corrisposta una maggiorazione per equiparare tali importi. Una maggiorazione che sarà riconosciuta al 100% da marzo 2022 a febbraio 2023, al 66% da marzo 2023 a febbraio 2024 ed al 33% da marzo 2024 a febbraio 2025, quando il nuovo welfare sarà oramai a regime.

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