Tesla si schianta sulla Grande Muraglia

Il titolo crolla del 14% a Wall Street, in tre mesi la quotazione è più che dimezzata

Tesla si schianta sulla Grande Muraglia
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Se non è un vero e proprio tracollo, poco ci manca. Tesla sta pagando a caro prezzo l'impegno politico di Elon Musk a cui si aggiunge l'agguerrita concorrenza delle auto elettriche cinesi. Ieri Wall Street ha castigato nuovamente il titolo (alle 20 ora italiana stava perdento il 14,3%) toccando il livello più basso dalla vigilia delle elezioni presidenziali del 5 novembre scorso: in meno di tre mesi il valore di Tesla si è più che dimezzato rispetto ai massimi storici toccati poco meno di tre mesi fa (il 17 dicembre il titolo chiuse a 479 dollari). Una discesa libera quella del colosso Usa delle auto elettriche, con alle spalle ben sette settimane consecutive con retromarcia inserita in Borsa.

Dopo i campanelli d'allarme arrivati da mercati quali la Germania (crollo del 76% delle vendite il mese scorso, -71% considerando i primi 2 mesi dell'anno), adesso a far tremare gli investitori sono i riscontri in arrivo dalla Cina, il maggiore mercato mondiale delle auto elettriche. A febbraio le vendite di Tesla in Cina si sono quasi dimezzate a quota l30.688 veicoli (-49% su base annua), con la quota di mercato scesa di 4 punti percentuali al 3,9%. I dati della China Passenger Car Association (Cpca) mettono nero su bianco una crisi circoscritta a Tesla in quanto parallelamente l'industria cinese dei veicoli elettrici segna un prepotente +79,7% a 686mila unità. Il segretario generale della Cpca, Cui Dongshu, ha affermato che la percezione del marchio Tesla sta cambiando a causa del posizionamento politico di Musk, che potrebbe quindi avere un impatto sulla domanda.

Wall Street teme che la nomina di Musk a zar della riduzione dei costi governativi lo allontani troppo dalla gestione di Tesla che contenstualmente è diventata il bersaglio di boicottaggi per chi non approva le prese di posizione del suo ceo. Il gruppo deve fare i conti anche con l'avanzata prepotente delle case automobilistiche cinesi che continuano a conquistare quote di mercato. Su tutte spicca Byd che ad ampie falcate sta avvicinando il 15% di fetta del mercato cinese. A febbraio Byd ha venduto più di 318mila veicoli elettrici e ibridi, con un'impennata del 161% rispetto a 12 mesi prima. Il colosso auto di Shenzhen parallelamente continua nella sua strategia di crescita all'estero, toccando le 67.025 unità vendute lo scorso mese fuori dai confini nazionali.

A Wall Street i venti contrari su Tesla stanno spingendo gli analisti a rivedere le previsioni. Ieri Ubs ha ribadito il suo rating sell (vendere) con prezzo obiettivo ridotto da 259 a 225 dollari in virtù delle crescenti preoccupazioni per le prospettive di domanda a breve termine. La banca d'affari elvetica si attende che il primo trimestre evidenzierà una domanda più debole per Model 3 e Model Y con le consegne che si fermeranno a 367mila unità nel trimestre, giù del 5% su base annua e del 26% rispetto al trimestre precedente, ma soprattutto decisamente sotto le 437mila indicate dall'azienda statunitense come livello base atteso. Tuttavia, non manca chi ritiene l'attuale crollo come un'occasione unica per salire a bordo di Tesla. Dan Ives di Wedbush, uno degli analisti storicamente più bullish sul titolo, ha alzato il target a 550 dollari ricordando che nell'ultimo decennio sono state diverse le volte nella storia di Tesla in cui le preoccupazioni hanno avuto il sopravvento. «Questo è l'inizio del più grande ciclo di innovazione e tecnologia nella storia di Tesla - rimarca Ives - ci aspettiamo un nuovo modello low cost prima di questa estate che aiuterà a stimolare la domanda repressa e a riportare Tesla sulla strada della crescita».

Anche Morgan Stanley

recentemente ribadito la sua view rialzista su Tesla, con le deboli consegne emblematiche di un'azienda in transizione da puro player automobilistico a gruppo globale altamente diversificato su intelligenza artificiale e robotica.

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