Tim avanti tutta in Brasile. La scommessa su Enterprise

Ormai vicina la cessione di Sparkle. Ricavi in crescita a 7,1 miliardi, debito sceso a 8,1. Aumentano i margini

Tim avanti tutta in Brasile. La scommessa su Enterprise
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Tim mantiene la rotta sui conti e conferma tutte le guidance contenute nel piano. La nota sui conti è arrivata a serata inoltrata, dopo un consiglio d'amministrazione lungo dove si è parlato anche del futuro della società. A quanto risulta a Il Giornale, infatti, il gruppo guidato da Pietro Labriola sarebbe ormai vicino a definire la prevista cessione di Sparkle al Ministero dell'Economia, affiancato dal fondo spagnolo Asterion. Intanto, già dalla mattina, si conoscevano i conti della controllata brasiliana, che è ancora uno delle punte di diamante per dinamismo del gruppo: Tim Brasil, infatti, ha chiuso il secondo trimestre del 2024 con oltre 1 miliardo di euro di ricavi (+7,2% su base annua) e con un margine operativo lordo (Ebitda) in crescita dell'8,2% a oltre 500 milioni di euro.

Per quanto riguarda i risultati semestrali di gruppo, i primi pubblicati a cessione della rete avvenuta lo scorso primo luglio, i ricavi sono cresciuti del 3,5% a 7,1 miliardi, con quelli da servizi in aumento del 4% a 6,7 miliardi. Cresce anche il mercato domestico (+1,6% a 4,9 miliardi). I due motori principali di crescita del gruppo sono per l'appunto il Brasile (2,2 miliardi di ricavi nel semestre, +7,6%) e Tim Enterprise - la divisione del gruppo del cloud e i servizi alle imprese - che avanza del 6,4% a quota 1,4 miliardi. Proprio su quest'ultima, infatti, l'ad Labriola conta di investire per aumentare la marginalità del gruppo. Di recente ha affermato che Enterprise potrebbe essere presto protagonista di acquisizioni in un mercato che è, di per sé, in grande espansione. All'interno di questo quadro non è da trascurare come anche la divisione Consumer - vale a dire quella a cui fa capo la telefonia mobile e che è quella più in difficoltà - mostra una leggera crescita (+0,5%) con una quota di ricavi di 2,7 miliardi.

I numeri della semestrale simulano gli effetti della separazione avvenuta con NetCo (la società della rete) e considerano anche i rapporti commerciali con essa, che derivano dalla sottoscrizione del cosiddetto Master service agreement. Tra gli aspetti di rilievo ci sono miglioramenti anche per quanto riguarda l'Ebitda, il margine operativo lordo, dell'intero gruppo: nei primi sei mesi dell'anno, infatti, è aumentato del 9,4% a 2,1 miliardi, frutto di un avanzamento sia per quanto riguarda il mercato domestico che la controllata brasiliana. Tra le pieghe dei conti, si nota anche che l'indebitamento finanziario netto al 30 giugno, vale a dire l'ultimo giorno prima del closing della cessione della rete a Kkr, era a quota 21,5 miliardi. A seguito della vendita, l'indebitamento di ServCo - che comprende Tim Consumer, Enterprise e Tim Brasil - è sceso a 8,1 miliardi in linea con le previsioni del piano.

Lo scorporo della rete, inoltre, ha permesso di ridurre le spese per gli investimenti di circa 900 milioni a fronte di un aumento di 100 milioni delle spese operative.

Intanto, nei giorni scorsi anche l'agenzia Fitch ha migliorato il rating di Tim portandolo a «BB» con un outlook stabile. Ieri, in attesa dei conti, il titolo di Tim ha perso l'1,7% a 0,226 euro.

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