Telecom Italia propone una terza via per la costruzione di una rete in fibra ultraveloce rispetto al matrimonio con Open Fiber e alla possibilità di proseguire da sola. L'ex monopolista infatti avrebbe aperto a terzi, siano essi investitori o società concorrenti attive nelle tlc, il progetto di connettere 39 capoluoghi di provincia e raggiungere 1,3 milioni di famiglie con una rete in fibra entro il 2023. Lo riporta Bloomberg sostenendo che il progetto prevede la costituzione di una nuova società incaricata della realizzazione del progetto e aperta a terzi così da abbattere gli investimenti previsti (si parla di costi iniziali per 465 milioni di euro). Tim, interpellata in merito, ha preferito non commentare l'indiscrezione. Il mantra dell'ad Luigi Gubitosi (in foto), almeno finora, è sempre stato quello di puntare a mantenere nelle mani di Tim il controllo della rete fissa, seppure non necessariamente il 100% della stessa. Una simile accelerazione verso la costruzione di una rete in fibra permetterebbe a Tim di concentrarsi maggiormente sull'offerta dei redditizi servizi premium e ridurrebbe la pressione regolatoria.
Nel frattempo, proseguono i contatti con Open Fiber (controllata da Enel e Cdp) in vista di un matrimonio caldeggiato dai palazzi in grado di unificare le infrastrutture di rete. Lo scorso giugno Tim aveva comunicato di aver sottoscritto con Cdp ed Enel un «accordo di confidenzialità finalizzato a valutare le possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di Tim e Open Fiber».
Negli ultimi mesi, Tim avrebbe sondato la disponibilità dei
fondi per l'investimento in Oper Fiber, un asset valutato attualmente dagli analisti 3 miliardi ma che, secondo uno studio di Mediobanca, potrebbe arrivare in futuro fino a 8 miliardi. La trattativa si è tuttavia arenata.
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