«Il tempo della Tim negletta volge al termine». Balzo ieri del titolo della telco guidata dall'ad Pietro Labriola (+3,6% a 0,267 euro) sulla spinta di un nuovo report che ne evidenzia il processo di rilancio avviato, con il valore del titolo che potrebbe anche raddoppiare nel migliore degli scenari. A vergare l'analisi è stata Kepler Cheuvreux, società di ricerca finanziaria indipendente curiosamente francese e parigina come il primo socio Vivendi. Proprio la società che fa capo alla famiglia Bollorè è stata citata nello studio, la cui sempre più probabile uscita (a quanto risulta a Il Giornale, i francesi sarebbero disposti a cedere la loro quota per 1,5 miliardi) eliminerebbe il cumulo di incertezza aprendo l'ingresso a nuovi investitori. Kepler prevede che tutto questo possa realizzarsi entro la fine di quest'anno. Non è solo l'uscita di Vivendi, però, a sostenere l'analisi dell'istituto francese che ha alzato il suo giudizio da «Hold» (tenere) a «Buy» (comprare) con un prezzo obiettivo aumentato da 0,26 a 0,35 euro, il che implica un potenziale di rialzo del 36% rispetto alle quotazioni del 27 gennaio. «La ristrutturazione aziendale e il risanamento del bilancio sono sulla buona strada», si legge nello studio, «l'obiettivo di stabilizzazione del fatturato della divisione Consumer (quella della telefonia mobile, ndr)» sta raggiungendo i primi risultati concreti: in particolare, una performance migliore delle attese sul segmento retail e le politiche di revisione dei prezzi hanno contribuito a stabilizzare i ricavi. Inoltre, «il business Enterprise (quello dei servizi alle imprese e alla Pa, ndr) è posizionato in modo unico per catturare la crescita» impetuosa prevista nel segmento ICT e Cloud. Infine, il Brasile «rimane un motore di crescita in grado di assorbire l'impatto negativo dei cambi». Su questo punto, infatti, negli ultimi 12 mesi il real brasiliano si è svalutato molto sull'euro, questo ha eroso una parte della crescita organica nel Paese.
Il bilancio dell'analisi di Kepler Cheuvreuxin ogni caso rimane positivo per più elementi. In primis, grazie a ricavi e margini domestici che «stanno crescendo più delle aspettative» motivo per cui «vediamo un'accelerazione nel quarto trimestre del 2024». Inoltre, «c'è un ulteriore vantaggio dalle entrate in denaro provenienti dai circa 3 miliardi di euro di earnout (in caso di nozze tra Open Fiber e Fibercop, ndr) e dal probabile rimborso di un miliardo della tassa di concessione del 1998».
Fattori che andranno peraltro ad abbassare nel 2026 l'indebitamento, con il rapporto tra debito e margini che è atteso scendere al di sotto della soglia di 1,5 volte. «Il che può mettere Tim sul sentiero di essere promossa a investment grade» dalle agenzie internazionali.
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