Tim rivede la cedola e spiazza i ribassisti

Labriola: "Decideremo a febbraio con il piano, confermati i target". La partnership energetica

Tim rivede la cedola e spiazza i ribassisti
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Probabilmente uno scatto del genere il titolo Tim non lo vedeva da anni, schiacciata come è da lunga data da mani venditrici, molte allo scoperto. I conti positivi e in linea con i target divulgati mercoledì hanno fatto la loro parte, ma ciò che più ha galvanizzato il mercato è stato l'annuncio (peraltro anticipato da il Giornale) di un ritorno al dividendo per i soci in un prossimo futuro. «Con la presentazione del piano 2025-2027 prevista per febbraio», ha detto l'ad Pietro Labriola (in foto), «dopo il primo anno della nuova Tim, avremo molto più spazio per dare dettagli circa il ritorno alla possibile remunerazione dei soci».

E così il titolo di Tim (+8,1% a 0,235 euro) si è rianimato da una spirale negativa in cui era piombato nonostante le numerose notizie positive, a partire dalla prossima cessione di Sparkle per la quale dal duo Mef-Asterion dovrebbe arrivare a un'offerta vincolante entro la fine del mese. «Tutto sta andando avanti, stiamo discutendo secondo i piani», ha assicurato Labriola. Nel frattempo i ricavi di Tim stanno crescendo, il debito cala a un ritmo che dovrebbe accelerare dalla fine del quarto trimestre. «Consideriamo il 2024 un anno chiave per porre le basi per la crescita futura», ha affermato Labriola in call con gli analisti, «abbiamo registrato una forte performance nei nove mesi e confermiamo la guidance per l'intero anno. Abbiamo inoltre una maggiore flessibilità finanziaria e prevediamo di incassare 250 milioni dalla cessione della quota Inwit a fine novembre».

Per lo sviluppo di nuovi filoni di ricavi, intanto, risulta essere interessante una potenziale partnership con i fornitori di energia elettrica alla quale Tim sta pensando seriamente: «Siamo interessati, a fine marzo faremo qualcosa di questo genere. Quello che conta è che noi stiamo facendo il gioco del bundling con altri servizi già da vari anni». Durante la call sono stati chiesti aggiornamenti anche per quanto riguarda la vicenda della restituzione del canone da 1 miliardo di euro che Tim aveva pagato indebitamente allo Stato, almeno secondo quanto stabilito da una sentenza contro la quale il governo si appellato in Cassazione (atto dovuto). «Chiederemo l'esecuzione del pagamento», ha detto Labriola, tendendo però una mano: «In questo periodo nulla impedisce la discussione su una transazione tra le parti».

Intanto ieri mattina a Milano è andata in scena la terza udienza, durata poco più di un'ora, della causa intentata da Vivendi a Tim per le modalità di cessione delle rete al fondo Usa Kkr: il primo socio francese, infatti, ha sempre sostenuto che il prezzo pagato non fosse corretto e che la vendita richiedesse l'ok di un'assemblea straordinaria. La giudice Daniela Marconi si è riservata di decidere, con tempi tecnici stimati in 60 giorni.

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