La proposta era attesa da mesi, alla fine ieri sera è arrivata: il ministero dell'Economia e delle Finanze e Retelit (azienda di telecomunicazioni controllata dal fondo spagnolo Asterion) hanno presentato a Tim un'offerta di 700 milioni di euro per rilevare il 100% di Sparkle, la società dei cavi internazionali da tempo promessa sposa dello Stato italiano. Si tratta di una proposta non vincolante (valida fino al 15 ottobre) migliorativa almeno dal punto di vista della struttura rispetto a quella dello scorso febbraio, quando la coppia Mef-Asterion si era fermata a 600 milioni con una componente variabile di 150 milioni, che tuttavia presentava condizioni difficili da raggiungere. Adesso, invece, l'offerta prevederebbe un importo più alto nell'immediato e senza incertezze.
Ora il consiglio d'amministrazione di Tim (che potrebbe riunirsi già la prossima settimana) valuterà l'offerta e intavolerà il discorso per arrivare all'offerta vincolante, in un percorso che difficilmente si concluderà prima di tre o quattro mesi.
Dovessero essere queste le cifre, si parlerebbe di una netta plusvalenza perché Sparkle ha un valore di bilancio di 481 milioni. Ma non è tanto - o comunque non solo - questo l'aspetto più rilevante per il gruppo guidato dall'amministratore delegato Pietro Labriola, ma il fatto che la cessione di Sparkle significa chiudere il cerchio dell'operazione di scorporo della rete: ceduta Netco (confluita in Fibercop) al consorzio guidato dal fondo americano Kkr, i 700 milioni dell'operazione serviranno ad abbattere ulteriormente il debito (previsto a 7,5 miliardi entro la fine di quest'anno senza la cessione di Sparkle) e, perché no, potrebbero essere in parte utilizzati per remunerare gli azionisti o per fare nuovi investimenti, magari in qualche società in grado di alimentare la crescita della nuova Tim. Il tutto in attesa che si avveri l'ultimo passaggio del progetto: le nozze o comunque l'accordo sinergico tra Tim e Open Fiber entro l'inizio del 2027, condizione necessaria per far scattare l'ulteriore pagamento di un earn-out di 2,5 miliardi, cifra che potrebbe contribuire a risolvere in modo definitivo il problema del fardello debitorio. Oggi è attesa la reazione del titolo in Borsa di Tim, che lentamente ha ripreso quota fino a raggiungere la soglia degli 0,25 euro per azione (ieri a +0,2%a 0,247). Certo, analogamente con quanto accaduto per il closing sulla rete, l'abbassamento del debito e un progressivo miglioramento della redditività possono portare le agenzie di rating a migliorare ulteriormente il loro giudizio sull'affidabilità creditizia di Tim, con ulteriori alleggerimenti sul fronte degli oneri.
Nel frattempo, nella serata di ieri, il gruppo tlc ha diramato una nota: «Tim comunica di aver ricevuto dal ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) e da Retelit, società controllata dal
fondo Asterion, un'offerta non vincolante per l'acquisto di Sparkle», verrà «sottoposta all'esame del Consiglio di amministrazione di Tim al termine delle attività istruttorie propedeutiche alla valutazione dell'offerta».
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