Twitter in rosso, disastro Snapchat

Male i ricavi, pesano il calo degli investimenti pubblicitari e la guerra con Musk

Twitter in rosso, disastro Snapchat

Al contrario di quello che si potrebbe credere, non di soli follower vive un social network. Di certo lo hanno sperimentato Snapchat e Twitter, nomi pesanti di questo mondo che hanno presentato al mercato conti del secondo trimestre in perdita per 692 milioni di dollari in due, nonostante abbiano visto crescere il loro numero di utenti. Le motivazioni fornite ai mercati per l'insuccesso sono simili, Snap (la società che possiede Snapchat) ha dato la colpa a «inflazione record e alla crescente concorrenza di app rivali come TikTok che hanno danneggiato la domanda di pubblicità».

Lo stesso ha fatto Twitter, che ha parlato di «venti contrari del mercato pubblicitario». Due società che condividono, in fondo, la stessa debolezza: sono molto legate agli introiti pubblicitari, che calano quando l'economia rallenta. A Wall Street ieri ha pagato un dazio molto più pesante Snap, sprofondata fino al 39%. Twitter, invece, dopo un iniziale ribasso ha girato in positivo.

Snap aveva tentato di pubblicare i dati nella nottata italiana tra giovedì e venerdì, a mercati chiusi. Forse nel tentativo di ridurre le perdite. Nel dettaglio, l'azienda ha chiuso il trimestre con ricavi in rialzo del 13% a 1,11 miliardi di dollari (peggior incremento di sempre), sotto le attese degli analisti, e con perdite per 422 milioni (un anno fa, nello stesso periodo, aveva perso 152 milioni). Ciò è avvenuto nonostante una crescita degli utenti oltre le aspettative, con un +18% rispetto all'anno precedente, a quota 347 milioni (contro i 344 attesi). «Non siamo soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo, a prescindere dagli attuali venti contrari», ha commentato la società, che ha inoltre annunciato un rallentamento delle assunzioni.

Ieri, tuttavia, una delle trimestrali più attese era quella di Twitter, il social dei tweet oggetto del tentativo di scalata poi abortito da parte del miliardario fondatore di Tesla, Elon Musk. Una Ipo da 44 miliardi di dollari saltata che ha portato le parti davanti a un tribunale del Delaware, con il giudice che ha dato ragione alla società fissando il processo a ottobre (Musk avrebbe voluto avere più tempo per dimostrare l'elevato numero di utenti fake sulla piattaforma).

In attesa di conoscere chi vincerà in tribunale, i conti del secondo trimestre non tornano: Twitter ha mancato le aspettative sul fronte dei ricavi, scesi a 1,18 miliardi di dollari da 1,19 miliardi di un anno fa, inferiori alla stima degli analisti di FactSet di 1,32 miliardi di dollari. La società inoltre ha registrato una perdita di 270 milioni di dollari, rispetto ai guadagni di un anno fa di 65,6 milioni.

La società ha dichiarato di aver speso circa 33 milioni di dollari relativi all'accordo di acquisizione di Musk,

oltre a circa 19 milioni di costi relativi al licenziamento dei dipendenti. Per Twitter rimane la consolazione di utenti giornalieri in aumento, passati dai 229 milioni di un anno fa ai 237,8 milioni di questo trimestre.

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