Ue, ok risoluzione Recovery Fund. Ma Commissione rimanda al 27 maggio

La proposta della Commissione europea sul Recovery Fund è andata incontro a un nuovo posticipo. Forza Italia: ''Situazione che non fa bene all'Ue''

Ue, ok risoluzione Recovery Fund. Ma Commissione rimanda al 27 maggio

Arriva la fumata bianca del Parlamento europeo per la risoluzione sul Bilancio Ue e sul Recovery Fund, approvata con 505 voti a favore, 119 contrari e 69 astenuti. Ma, prima di approvare il piano per la ripresa, si dovrà attendere il 27 maggio.

Andiamo con ordine. La citata risoluzione chiede che il Recovery Plan sia fondato su sussidi e pagamenti diretti ai Paesi colpiti dalla crisi economica provocata dalla pandemia di Covid-19, con risorse proprie fino al 2% del pil dell'Ue e con un fondo per la ripresa dal valore di 2 miliardi.

I deputati hanno chiesto che il nuovo ''fondo di ripresa e trasformazione" abbia una dimensione di 2.000 miliardi di euro, venga finanziato "attraverso l'emissione di obbligazioni a lungo termine" e sia erogato "attraverso prestiti e, soprattutto, attraverso sovvenzioni, pagamenti diretti per investimenti e capitale proprio". La Commissione, inoltre, non dovrebbe utilizzare "dubbi moltiplicatori per pubblicizzare cifre ambiziose" e non dovrebbe ricorrere a "sortilegi finanziari", visto che è in gioco la credibilità dell'Unione europea.

Nella medesima risoluzione approvata dal parlamento si legge che il piano di ripresa deve essere fornito in aggiunta al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ossia il bilancio a lungo termine dell'UE, e non a scapito dei programmi UE esistenti e futuri. Gli stessi deputati insistono sulla necessità di aumentare il QFP, sottolineando come il Parlamento debba usare i suoi poteri di veto qualora le richieste del PE non venissero soddisfatte.

Da un punto di vista tecnico, il "massiccio pacchetto di misure di ripresa", che i deputati hanno già chiesto nella recente risoluzione di aprile, deve durare abbastanza a lungo per affrontare il "previsto impatto profondo e duraturo dell'attuale crisi". I deputati chiedono inoltre che il pacchetto di misure "trasformi le nostre economie" sostenendo le PMI e "aumenti le opportunità di lavoro e le competenze per mitigare l'impatto della crisi sui lavoratori, sui consumatori e sulle famiglie".

I deputati chiedono di dare priorità agli investimenti sulla base del Green Deal e dell'Agenda digitale, e insistono sulla creazione di un nuovo programma sanitario europeo a sé stante. Ribadiscono infine la loro richiesta di introdurre nuove "risorse proprie" (le fonti di entrata dell'UE), in modo da evitare un ulteriore aumento dei contributi diretti degli Stati membri al bilancio UE per soddisfare le esigenze del QFP e del Fondo per la ripresa e la trasformazione, nonché "un aumento immediato e permanente del massimale delle risorse proprie".

Il ritardo dell'Europa e la replica di Forza Italia

In mezzo a tutto questo c'è tuttavia un problema da considerare. La proposta della Commissione europea sul Recovery Fund e il quadro finanziario pluriennale è andato incontro a un nuovo slittamento. Il collegio dei commissari dovrebbe adottare il Piano per la ripresa e la nuova proposta per il bilancio 2021-2027 dell'Unione europea il 27 maggio.

Ad annunciarlo è stato il portavoce della Commissione, Eric Mamer. "L'adozione è prevista per il 27 maggio", ha spiegato. Inizialmente la proposta era attesa per il 6 di maggio. Poi la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva indicato la seconda o la terza settimana di maggio.

Pronta la replica di Forza Italia. Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Fi al Senato, è stata emblematica: "L'ennesimo slittamento della proposta della Commissione europea per il Recovery fund non fa bene all'Unione e legittima i dubbi di quanti accusano l'Europa di essere poco solidale, soprattutto in una fase di assoluta emergenza come questa.

Spiace che alla lentezza del governo italiano si aggiunga anche quella della Commissione chiamata a mettere in campo misure importanti a sostegno dell'economia dell'Eurozona e di tutti i Paesi membri, flagellati anche dal punto di vista sanitario e da quello sociale".

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