Unicredit alza gli obiettivi. E riapre all'idea shopping

Orcel: "In grado di reggere la crisi, il 2022 sarà migliore del previsto". Vola il titolo (+5,3%)

Unicredit alza gli obiettivi. E riapre all'idea shopping

«Siamo sulla buona strada per superare la nostra guidance per il 2022 fornita nel terzo trimestre, indipendentemente dagli sviluppi macroeconomici». E abbiamo fiducia di «mantenere le promesse anche per il 2023». Ha parlato a tutto campo ieri l'ad di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso della 27esima Financials Ceo Conference annuale di Bank of America Merrill Lynch. Ed è tornato ad aprire anche il fascicolo delle acquisizioni, senza escludere nulla a priori «purché sia vantaggioso». Il vento favorevole sui tassi d'interesse, con la prospettiva di nuovi rialzi della Bce e soprattutto una revisione al rialzo degli obiettivi ha mandato in orbita Unicredit in Piazza Affari, dove il titolo ha chiuso in progresso del 5,32% in un contesto di Borsa negativo.

L'ad è rimasto però abbottonato sulle acquisizioni. «Perché dovrei concentrarmi sull'M&A, a meno che non sia un affare molto vantaggioso, rischiando di far deragliare la crescita di valore realizzata organicamente da Unicredit?», si è chiesto. Nei giorni scorsi, però, in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, ha detto che le acquisizioni potrebbero accelerare la crescita della quota di mercato in Germania. Mentre in Italia torna d moda il dossier Monte Paschi, dopo che i colloqui si erano arenati in precedenza. «Non ci siamo riusciti ma non per cattiveria», ha detto Orcel, a tirarsi indietro è stato anche il governo.

Ora si vedrà quale orientamento avrà l'esecutivo che uscirà dalle urne il 25 settembre. Il banchiere ha ricordato quanto sia difficoltà valutare correttamente gli istituti in un contesto in cui le Borse sono volatili. Nel frattempo, Mps è impegnata nella ricapitalizzazione da 2,5 miliardi voluta dall'ad Luigi Lovaglio. Il manager del Monte, come riporta Bloomberg, ha avviato i primi contatti con Axa e Anima Holding nel tentativo di garantire la sottoscrizione fino a un massimo di 400 milioni di euro da parte di una serie di investitori prima dell'avvio dell'operazione (attesa a metà ottobre). Anima potrebbe contribuire con una quota fino a 200 milioni. Mentre da Axa, secondo indiscrezioni, potrebbero arrivare altri 150-200 milioni.

Unicredit, dal canto suo, vive un buon momento: il titolo è ai massimi da sette mesi, a 11,25 euro, spinto anche dal buyback. Ma ad Orcel non basta: secondo lui la Borsa «non ha valutato la trasformazione fatta da Unicredit». L'ad ha poi aggiunto: «Abbiamo un cuscinetto di capitale» e uno slancio tali «da superare indenni una recessione poco profonda o anche più grave».

Infine, un accenno anche alla Russia: l'uscita «non può essere un regalo». Il prezzo e le condizioni per l'exit sono fattori importanti così come la tutela dei 4mila dipendenti. Nel frattempo, però, l'istituto ha detto di voler ridurre ancora la sua esposizione.

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