"Vanno bruciate". Il diktat sulle banconote usurate

L’obiettivo è quello di produrre meno rifiuti, per ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, dare una mano per la salvaguardia dell’ambiente

"Vanno bruciate". Il diktat sulle banconote usurate

Contribuire a salvaguardare l’ambiente significa anche smaltire nel modo giusto le banconote usurate. Poche persone lo sanno, ma Bankitalia, tra i tanti compiti che deve portare a termine, ha la delicata incombenza di controllare periodicamente il denaro cartaceo in circolazione, valutando che non sia logoro e, quindi, non più utilizzabile. Questa operazione, come riporta il quotidiano La Nazione, avviene in 34 filiali italiane, impegnate nella verifica delle banconote deteriorate, destinate al macero. Fino a oggi, i soldi usurati vengono spediti in discarica, ma già dal prossimo anno si dovrà seguire una nuova procedura di smaltimento.

Che fine faranno le banconote inutilizzabili? È la stessa Bankitalia, nel rapporto ambientale del 2021, a spiegare l’adozione di un progetto green voluto fortemente dalla Banca centrale europea. Il denaro deteriorato verrà bruciato nei termovalorizzatori presenti sul territorio nazionale con l’obiettivo di creare energia pulita. Si tratta di tonnellate di banconote (nel 2020 circa 600) che, prima di essere smaltite, vengono tagliuzzate in piccole parti e pressate a forma di mattoncino. Dal 2022 non sarà più necessario seguire questo tipo di procedimento, poiché nei termovalorizzatori andranno le banconote intere.

Oltre a rendere meno intasate le discariche, quindi, le banche competenti si sgraveranno anche di un compito molto oneroso. Lo scopo, comunque, è quello di produrre meno rifiuti, per ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, dare una mano per la salvaguardia dell’ambiente ricavando dai termovalorizzatori nuova energia green. Il denaro cartaceo presenta una serie di sostanze inquinanti al suo interno. Basti pensare all’inchiostro o ai tanti metalli pesanti che, smaltiti in discarica, danneggiano in maniera grave l’ecosistema.

Alcune sperimentazioni avviate quest'anno stanno già dando i primi risultati positivi.

Gli impianti fotovoltaici, collocati nella fabbrica di produzione delle banconote e sugli immobili dove sono attive le filiali bancarie di Catania e di Catanzaro, per esempio, hanno già permesso di creare energia elettrica in autonomia per oltre 67mila kilowattora.

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