Verso un ritocco al cuneo per i redditi troppo bassi

Il Tesoro valuta un intervento per chi guadagna tra 8.500 e 9.000 euro e perde il "bonus Renzi"

Verso un ritocco al cuneo per i redditi troppo bassi
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L'estensione del trattamento integrativo da circa 1.200 euro annui ai lavoratori con una retribuzione lorda compresa tra 8.500 e 9.000 euro sarà oggetto di «un'attenta valutazione». È quanto ha dichiarato la sottosegretaria all'Economia, Lucia Albano (in foto), rispondendo in commissione Finanze alla Camera a un'interrogazione M5s riguardo gli effetti della legge di Bilancio.

Albano ha spiegato che nel 2024, grazie alla riduzione dell'aliquota contributiva, alcuni lavoratori hanno visto aumentare il proprio reddito imponibile Irpef, raggiungendo così la soglia necessaria per ricevere il trattamento integrativo. Tuttavia, con la cessazione della misura di decontribuzione, questi lavoratori torneranno a livelli di reddito che non consentono più l'accesso al beneficio. «Ciò sarebbe dovuto - ha chiarito Albano - alla circostanza che nel 2024 avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell'aliquota contributiva, che aveva conseguentemente portato ad aumentare i redditi imponibili Irpef». Cominciando a pagare imposte, ha proseguito, «questi contribuenti avevano ricevuto anche il trattamento integrativo da 1.200 euro che in mancanza di decontribuzione non sarebbe spettato».

La legge di Bilancio 2025 ha confermato il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento al 23% delle prime due aliquote Irpef con l'obiettivo di rendere più equa la distribuzione dei benefici per i lavoratori. Nel 2024, però, il taglio dei contributi per un reddito di 8.500 euro lordi agiva a monte aumentando di 549 euro l'imponibile fiscale. Quest'anno, invece, le fasce di reddito più basse percepiscono un bonus pressoché equivalente (548 euro) che agisce invece a valle perché è esentasse. Un contribuente con un reddito tra 8.500 e 9.000 euro annui, praticamente, finisce in no tax area (da 8.268 a 7.719 euro) e di conseguenza la sua imposta lorda vale meno della detrazione (1.775 euro contro 1.880). Come si dice in gergo fiscale, è diventato «incapiente», cioè l'imposta è talmente bassa da non potergli consentire di usufruire degli sgravi. Niente più bonus Renzi-Conte, pertanto, da 100 euro al mese, in quanto è diventato un trattamento integrativo.

Albano ha evidenziato che «si tratta di un numero assai limitato di soggetti e di una platea che normalmente cambia composizione ogni anno per motivi legati a dinamiche reddituali e del mercato del lavoro (nuovi ingressi, aumento delle retribuzioni, maggiori o minori straordinari, maggiori o minori ore

lavorate)». In ogni caso, ha concluso, la valutazione del governo farà parte di «un processo mirato a un maggior sostegno per i lavoratori a più basso reddito piuttosto che per compensare gli effetti di misure temporanee».

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