Molto del futuro di Tim e dello scorporo della sua rete potrebbe decidersi nell'incontro di oggi tra i rappresentanti di Vivendi con il ministro Giancarlo Giorgetti. Le parti si vedranno in un incontro blindato al Mef, tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Per i francesi, soci al 23,7% in Tim, ci saranno Yannick Bollorè e l'amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine (nella foto).
Mentre - entro il 15 ottobre - la cordata guidata dal fondo infrastrutturale americano Kkr, il Mef e il fondo F2i lavora a un'offerta vincolante per rilevare NetCo, la società che avrà in pancia la rete di Tim, il gruppo Vivendi tratterà non solo sul prezzo (i francesi valutano l'infrastruttura 31 miliardi, Kkr ha messo sul piatto 23 miliardi comprensivi dei bonus) ma anche sulla sostenibilità futura della ServCo, la società dei servizi che andrà avanti dopo lo scorporo. Per i transalpini, infatti, farebbe fatica a stare a galla se dovesse avere più di 8mila dipendenti e 5 miliardi di euro di debito e chiede quindi di fare chiarezza sul perimetro dell'operazione.
Dalla sua, Vivendi ha un peso non indifferente nella compagine azionaria, dall'altra però c'è un governo che ci ha investito una cifra importante (ha stanziato fino a 2,5 miliardi per il 20% di NetCo) per un'infrastruttura strategica che entra nel campo della normativa golden power.
Lo stesso Mef ha precisato che il suo investimento è volto a «incidere in termini di strategia di sicurezza su quella che consideriamo una infrastruttura decisiva per il futuro del paese». La sensazione, quindi, è che a entrambi convenga trovare un accordo. Il titolo di Tim, nell'attesa del faccia a faccia, ieri ha perso lo 0,75% a 0,28 euro.
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