"Il Paese non riparte con lo slancio dovuto, necessario, che è alla nostra portata, che ci meritiamo". A dirlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all’assemblea annuale dell’associazione degli industriali.
"Per rimetterci a correre - spiega Boccia - sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima". Secondo il presidente di Confindustria "occorre smettere di dividersi su promesse che non si possono mantenere e concentrarci tutti sulle cose da fare, che sono tante e impegnative" e la politica deve "riappropriarsi del suo primato, restituire sogno e visione, darsi grandi obiettivi e risorse per raggiungerli, valutando gli effetti delle decisioni e correggendo la rotta se necessario". Ma, all'orizzonte, non c'è nulla di tutto questo, anzi. Ci aspetta una manovra lacrime e sangue: "Se l’Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente con effetti recessivi", avverte Boccia che chiede a tutti si fare un bagno di realtà: "Dobbiamo dirci con franchezza che non ci sono scelte semplici o indolori con la prossima legge di bilancio". "Se il rendimento dei titoli di Stato italiani si abbassa al livello di quelli spagnoli (circa 150 punti base in meno) già il prossimo anno si potrebbero risparmiare 5 miliardi di euro in spesa per interessi", spiega il presidente di Confindustria che sottolinea: "Se la crescita raggiungesse un livello francese - prosegue - ecco che il debito pubblico scenderebbe automaticamente. Tassi spagnoli e crescita francese sono obiettivi a portata di mano per la prossima manovra di bilancio".
Boccia interviene anche sul tema scottante dell'immigrazione schierandosi contro la politica dei porti chiusi: "La soluzione passa per una gestione condivisa, ma anche dal contributo che le nostre imprese possono dare".
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