Pensioni, Ocse: "Via Quota 100, va alzata età effettiva d'uscita"

L'Ocse nel suo report sul sistema previdenziale e sulle pensioni mette nel mirino l'Italia e lancia l'allarme: "Spesa elevata"

Pensioni, Ocse: "Via Quota 100, va alzata età effettiva d'uscita"

Lavorare di più. La pensione che per milioni di italiani di fatto resta un miraggio, secondo l'Ocse dovrebbe arrivare più tardi rispetto alle finestre d'uscita attuali. Dopo aver bocciato Quota 100 chiedendone l'abrogazione, l'Ocse torna a darci consigli per allungare l'età pensionabile. In sintesi nel report sull'Italia emerge un dato: l'età legale è quella di 67 anni, ma nei fatti nel nostro Paese si va in pensione prima, ovvero a 62. Un'uscita anticipata che è stata anche incentivata dall'introduzione di Quota 100 che permette di lasciare il lavoro a 62 anni di età e 38 di contributi. Ma ora l'Ocse chiede agli italiani di restare a lavoro di più: "L’aumento dell’età effettiva di pensionamento dovrebbe essere una priorità, vanno limitati gli indebiti sussidi al pre-pensionamento e va opportunamente applicato il legame con l’attesa di vita". Parole fin troppo chiare: eliminare totalmente tutti gli scivoli e i meccanismi che permettono di andare in pensione prima. L’Ocse, del resto, in più occasioni si è mostrata contraria a Quota 100, che - come ha indicato anche nell’Economic Outlook la scorsa settimana - andrebbe abrogata. La sfida per l’Italia è mantenere adeguati benefici per gli anziani limitando la pressione nel breve, medio e lungo termine", evidenzia ora il rapporto Pensions at a Glance che passa in rassegna i sistemi pensionistici dei 36 Paesi industrializzati e del G20.


L'età negli altri Paesi

Eppure se si guarda all'età media di uscita dal lavoro degli altri Paesi, l'Italia è tra gli Stati in cui i lavoratori restano attivi più a lungo. La media Ocse attualmente è di 64,2 anni, destinata a salire a 66,1, quindi in entrambi i casi sotto la media italiana. I pensionati più giovani al momento sono in Turchia (51 anni) e Arabia Saudita (47anni). L’età media effettiva di uscita dal mondo del lavoro in Italia risulta, però, di 62 anni, con una differenza marcata tra uomini (63,3 anni) e donne (61,5 anni), mentre la media Ocse è di 65,4 anni per gli uomini e di 63,7 anni per le donne. Il dato Ocse sale anche perchè in vari Paesi l’età di pensionamento effettivo è superiore a quella regolamentare. In questo quadro va anche sottolineata la proiezione di spesa per il futuro.


La spesa aumenterà

Infatti l'esborso secondo l'Ocse aumenterà minacciosamente: secondo le proiezioni Ocse dovrebbe salire al 17,2% nel 2030, al 18,2% nel 2035 e al 18,7% nel 2040, il livello di gran lunga più elevato dell'Ocse. Del resto, l’Italia ha una demografia tra le più sfavorevoli: il tasso di fertilità, che dovrebbe essere almeno del 2,1 per mantenere la popolazione costante, è sceso dal 2,29 degli anni 60 all’1,33 previsto per il 2020, il terzo più basso dell'Ocse, dopo Corea e Grecia. L’attesa di vita è (fortunatamente) tra le più alte nei Paesi industrializzati (85,4 anni per le donne e 81 anni per gli uomini) e destinata ad aumentare.

Insomma il quadro previdenziale per l'Ocse è allarmante. E da qui derivano le picconate al nostro sistema. Quota 100 potrebbe essere la prima tessera a saltare. L'obiettivo è quello di farci lavorare fino a 67 anni (e forse anche oltre).

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