Monti ha gettato lo spugna sull'articolo 18? Il Wall Street Journal torna sull'argomento, dopo l'editoriale con cui alcuni giorni orsono rivedeva la sua posizione, ritirando quanto detto in precedenza sull'efficacia dell'azione del nuovo governo. E affida una breve analisi della riforma del lavoro a Richard Barley e a Heard on the Street.
La tesi è semplice: "la riforma del mercato del lavoro italiano potrebbe essere un progetto a lungo termine". Secondo il quotidiano finanziario, Mario Monti è stato costretto ad annacquare la proposta di riforma, cedendo soprattutto sull'articolo 18. Un armistizio con le parti sociali che viene definito preoccupante.
Le condizioni in cui si trova il mercato del lavoro dipenderebbero, secondo l'analisi, da "regole sull'impiego anacronistiche", da un dualismo dovuto alla protezione che l'articolo 18 garantisce in caso di licenziamenti per ingiusta causa. Dito puntato anche sulla lungaggine dei processi e sulla impossibilità, nei fatti, di licenziare. Un insieme di problematiche che contribuiscono a creare una situazione in cui i giovani trovano lavoro soltanto grazie ai contratti temporanei.
Il risultato? Pochi contratti a tempo indeterminato. Immobilismo dei lavoratori. Scarsa propensione delle aziende a superare la fatidica soglia dei 15 assunti.
L'analisi del WSJ fa comunque qualche concessione alla riforma, che "darà un'accelerata" alle lungaggini legate all'applicazione dell'articolo 18.
E sottolinea come il compromesso sia stato necessario per portare a casa altri risultati, come le riforme sui contratti di apprendistato e sul costo maggiore dei contratti a tempo determinato. Ma non si lascia sfuggire l'occasione per dare una stoccata al governo: "Se le aziende continueranno a sentirsi legate su assunzioni e licenziamenti, si sarà persa un'occasione d'oro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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