Wto, sì a dazi Usa su 7,5 miliardi di dollari di beni europei

Via libera del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, ai dazi di Donald Trump su 7,5 miliardi di euro di beni europei. Una brutta botta per il Made in Italy e tutto il vecchio continente. Piazza Affari reagisce male e perde oltre il 2%

Wto, sì a dazi Usa su 7,5 miliardi di dollari di beni europei

Brutte notizie per il Made in Italy e tutta l'Europa. Il Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, ha autorizzato gli Usa a imporre dazi per 7,5 miliardi di dollari su beni europei. La decisione, presa per compensare gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus, è stata accolta negativamente dalle principali Borse europee, che registrano tutte perdite significative. Male Piazza Affari, che perde oltre il 2%. I dazi annunciati da Donald Trump, se applicati sulle merci provenienti dall'Europa, rischiano di aumentarne il prezzo fino al 100% del valore attuale. Una seria minaccia alle industrie di cibo, moda, materiali da costruzione, metalli, moto e cosmetica. Soprattutto se gli Usa decidessero di mantenere le stesse priorità della black list indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) e pubblicata nel Registro Federale.

L'Europa minaccia contromisure

Il commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmstroem, ha commentato così l'ok del Wto ai dazi Usa: "Anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente. Restiamo pronti - ha aggiunto - a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, la Ue non potrà che fare la stessa cosa".

Trema il Made in Italy

Al momento, a tremare è tutta l'Europa. E soprattutto l'Italia, il Paese che secondo la Coldiretti, insieme alla Francia, potrebbe pagare il conto più salato. Il settore più a rischio è l'agroalimentare: vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè i beni più a rischio. Ma in pericolo sono soprattutto i formaggi, a causa delle pressioni della lobby dell'industria casearia Usa (CCFN) che ha addirittura scritto al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni di formaggi europei. L'obiettivo? Danneggiare i prodotti dell'industria casearia italiana per favorire quella del falso Made in Italy che, negli ultimi 30 anni, ha fatto registrare una crescita esponenziale dal Wisconsin alla California fino allo Stato di New York. Tanto per fare un esempio, con i dazi del 100% il prezzo del Parmigiano Reggiano negli Stati Uniti balzerebbe fino a 60 dollari. Un aumento a cui corrisponderebbe un crollo dei consumi intorno all'80-90%, che metterebbe in ginocchio tutta la filiera. A dirlo il Consorzio del Parmigiano Reggiano.

Stessa cosa avverrebbe per altri formaggi come la Mozzarella di Bufala Campana Dop. Oggi, negli Stati Uniti, costa 41,3 euro al chilo. Se fossero applicati dazi fino al 100% del prodotto, il prezzo salirebbe a 82,6 euro al chilo. Discorso simile per olio extravergine d'oliva (da 12,38 a 24,77 al litro) e pasta (da 2,75 a 3,75 euro al kg), ma in pericolo c'è pure il Prosecco, il vino italiano più esportato all'estero che ha visto gli Stati Uniti - ricorda Coldiretti - diventare nel primo semestre del 2019 il principale mercato davanti alla Gran Bretagna. Da 10-15 euro a bottiglia quanto costa oggi, sarebbe venduto a 20-30 euro.

Conte: "C'è tensione, ma Usa nostro alleato"

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha commentato così la decisione del Wto: "L'Italia si rende perfettamente conto che c'è una tensione commerciale a livello globale - le parole del premier - e questo confronto sui dazi fra Stati Uniti e Unione Europea non può non considerare che noi siamo coinvolti come Ue. Tuttavia - ha aggiunto Conte - confidiamo di ottenere attenzione da parte di un nostro tradizionale alleato, gli Stati Uniti, su quelle che sono alcune delle nostre produzioni che riteniamo strategiche sul piano internazionale".

Male le Borse, Piazza Affari perde il 2,3%

Proccupate non solo le organizzazioni dei produttori e la politica, ma anche le Borse europee. Le quali, subito dopo l'ok del Wto ai dazi annuali minacciati da Donald Trump, arrivano a perdere fino al 4%. Piazza Affari perde oltre il 2%, arrivando fino al -2,3%. Giù Tim (-4,7%), Buzzi Unicem (-4%) e Tenaris (-3,7%).

Ma inn pesante ribasso anche gli altri listini europei: Francoforte cede il 2,4%, mentre Londra registra una perdita di oltre il 3%. Risentono della decisione del Wto anche Madrid (-2,3%) e Parigi (-2,9%). In rosso la Borsa di Wall Street: il Dow Jones cede l'1,8%, il Nasdaq l'1,7%.

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