Undici pusher, attivi nelle zone della movida estiva capitolina, finiti in manette. È il bilancio di unoperazione notturna dei carabinieri che giovedì notte hanno organizzato posti di blocco nelle vicinanze di discoteche e locali notturni. A finire arrestati prima dellalba nove italiani e due stranieri, di età compresa tra i 19 e i 41 anni, tutti sorpresi a vendere droga. Laccusa, per gli undici, è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: tra loro anche un ragazzo di 17 anni, deferito dagli uomini dellArma al Tribunale per i minorenni. Cocaina, marijuana e hashish le sostanze sequestrate, e durante un sopralluogo a casa di due degli arrestati i carabinieri hanno scoperto due serre per la produzione indoor della marijuana, vero «fenomeno» dellestate.
Con lultima operazione, i dati sullattività di contrasto allo spaccio degli uomini del comando provinciale di Roma crescono ancora. Dallinizio dellanno sono 1169 i pusher finiti in manette perché sorpresi in flagranza: 809 dei quali italiani, 41 minorenni. Un dato superiore a quello degli assuntori (503, 465 italiani e 48 under 18) segnalati alla Prefettura della Capitale. In meno di otto mesi, i carabinieri a Roma e provincia hanno sequestrato oltre due tonnellate di stupefacenti tra hashish, marijuana, eroina, cocaina, droghe sintetiche e altro. Ma i buoni risultati delle operazioni antidroga non permettono di prendere sottogamba il fenomeno, come ha dimostrato tragicamente lincidente di Anzio, nel quale Pietro Galasso, sotto leffetto della cocaina, ha investito e ucciso Nelly Gerardi, 25enne incinta. Galasso era stato fermato per un controllo poco prima dello schianto, ma letilometro non aveva ovviamente rilevato la coca. Così, dopo questo episodio, ora il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi con delega alle politiche antidroga annuncia il via a uniniziativa sperimentale che prevede la presenza, già dalla prossima settimana, di medici delle Asl nei posti di blocco della polizia, in modo da poter eseguire anche i test antidroga al momento del fermo del veicolo. Perché per Giovanardi tragedie come quella di Anzio «sono evitabili se doteremo le forze dellordine di migliori metodi per poter accertare anche la presenza di droghe nei guidatori».
Finora le forze dellordine che fermano unautomobile possono solo accertare leventuale ubriachezza del guidatore grazie agli etilometri omologati in dotazione, ma sono impotenti di fronte alluso di stupefacenti. Per accertare la presenza di droghe nel sangue e nelle urine, infatti, è ancora necessario il trasporto in ospedale del «sospetto», costringendo così a perdite di tempo e a difficoltà logistiche, visto che il posto di blocco dovrebbe essere sciolto per accompagnare lautista in ospedale per i test.
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