L'ex presidente egiziano Morsi è stato condannato a morte

A giugno l'autorità religiosa deciderà sul verdetto della magistratura

L'ex presidente egiziano Morsi è stato condannato a morte

Mohammed Morsi è stato il primo presidente a essere eletto con un processo democratico nella storia moderna dell'Egitto. Poi il potere gli è stato tolto in un colpo di mano orchestrato dai militari. Infine è stato condannato a morte. Una decisione che sarà confermata o meno soltanto a inizio giugno, quando il caso sarà presentato al Gran Muftì egiziano, l'ultimo ad avere voce in capitolo dopo la sentenza del tribunale.

L'ex presidente è stato condannato questa mattina, ritenuto colpevole per un'evasione di massa dal carcere avvenuta nel 2011, quando al potere c'era ancora Hosni Mubarak, prima che il rais rassegnasse le dimissioni. Un destino simile a quello di Morsi, costretto a lasciare nel luglio del 2013, sulla spinta di proteste popolari che criticavano le politiche del presidente, espressione del partito dei Fratelli musulmani.

Con Morsi sono stati condannati alla pena capitale almeno cento altre persone. Non tutte si trovavano in aula. Molte di loro sono palestinesi ritenuti esponenti o simpatizzanti di Hamas a Gaza, che sono stati processati in absentia.

Una prima sentenza per Morsi era arrivata ad aprile, quando la magistratura si era espressa sull'uccisione di alcuni manifestanti fuori dal palazzo presidenziale del Cairo, un fatto avvenuto a dicembre 2012, e aveva condannato l'ex presidente a vent'anni di carcere.

Se per la maxi-evasione Morsi è stato condannato a morte, lo stesso non è avvenuto per una seconda imputazione.

L'ex presidente era accusato, insieme a funzionari a lui vicini e membri della Fratellanza musulmana, ora considerata un gruppo terroristico in Egitto, di avere passato segreti di Stato a gruppi stranieri. Tra questi, per l'accusa, anche Hamas e gli Hezbollah.

@ACortellari

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