Il 6 novembre, saranno passati 68 anni dall mattina in cui il generale Erwin Rommel diede l’ordine: ritirata. Le truppe tedesche e italiane abbandonavano il corridoio di El Alamein dopo due settimane di battaglie praticamente continue, iniziate con l’offensiva britannica del 23 ottobre 1942. Fu quel giorno che gli eserciti nazifascisti iniziarono a perdere la guerra d’Africa. Ma la determinazione con cui per quindici giorni il corpo di spedizione italiana aveva difeso la posizione e le ingenti perdite subite - diecimila uomini, in particolare tra reparti d’eccellenza come i bersaglieri e la Folgore - hanno fatto entrare di diritto la battaglia di El Alamein nella galleria (non affollatissima) degli episodi «gloriosi» della storia militare italiana
Con scelta non scontata e non neutra, la Provincia di Milano ha deciso di raccontare El Alamein all’interno delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: trovando in questa operazione il sostegno ufficiale del ministero della Difesa, delle nostre Forze armate, e delle associazioni combattentistiche.
«Da El Alamein alle missioni di pace»: con questo titolo, da venerdì scorso e fino al prossimo sabato, allo spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto 2 viene illustrato con documentazione cartacea e audiovisiva l’impegno attuale all’estero delle truppe italiane nelle operazioni sotto egida Onu e Nato. Ma il piatto forte è indubbiamente la rievocazione di El Alamein: con l’esposizione delle divise e delle armi d’epoca, con i «cinegiornali Luce», con le testimonianze dei reduci.Questa sera, alle 20,30, la commemorazione ufficiale della battaglia, alla presenza del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
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