Ogni epoca ha le sue mode verbalistiche; tra le parole più in voga di quella attuale c'è inclusione, usata e abusata almeno quanto sostenibilità. Ma (almeno stavolta) pare più che legittima nel caso di «El Nost Milan», progetto di teatro sociale ispirato all'omonima commedia del poeta ottocentesco Carlo Bertolazzi, ideato e diretto da Serena Sinigaglia e interpretato da Lella Costa assieme ad un coro di trenta cittadini milanesi (dal 5 all'8 dicembre).
Epicentro di questa terza edizione è la storica sala del Carcano di corso di Porta Romana, decisamente rivitalizzata (e ringiovanita) dalla direzione della Sinigaglia che annunciò il progetto alla sua conferenza inaugurale, pandemia ancora in corso. L'idea di coinvolgere in cartellone teatrale il territorio, il cosiddetto pubblico di prossimità (anche se il centro storico si sta ahimè disabitando) poteva apparire il proclama populista di chi, come lei, veniva dai teatri di periferia con la compagnia Atir del «Ringhiera» e da chi, come Lella Costa, ha sempre sostenuto le iniziative «che nascono dal basso». E invece tutte e due sono state di parola portando avanti il sodalizio tra un teatro del centro «borghese» e Atir Ringhiera che da trent'anni si occupa di teatro sociale attraverso workshop, percorsi di formazione e campus teatrali per bambini. Punto di partenza e anima del progetto è l'opera dialettale del Bertolazzi, emblema del teatro popolare meneghino portato in scena da Strehler nella stagione del Piccolo del '55-'56, in tandem con «L'opera da tre soldi» di Bertolt Brecht (ma il testo aveva debuttato per la prima volta proprio al Carcano nel 1893). La Sinigaglia ne ha tratto spunto per affidare alla Costa un «viaggio triennale dentro il cuore di Milano» in cui coinvolgere un gruppo di cittadini, una sorta di «coro greco» che fosse cartina tornasole dell'identità milanese o di ciò che ne resta, tra luoghi, suoni, esperienze di vita, emarginazioni, sogni e speranze. Il palcoscenico del Carcano si è dunque aperto alla città diventandone, un po' come accadeva nel teatro greco, specchio della società. «Dopo le prime due edizioni focalizzate a mappare la città per come si mostra oggi, nei suoi luoghi topici di povertà e di ricchezza, quest'ultimo capitolo vuole mostrare la città come si mostrava agli occhi del poeta Bertolazzi a fine dell'Ottocento», spiegano i promotori. A cominciare dall'uso del dialetto milanese, che si parlava nel centro storico come nelle periferie, e ahimè quasi totalmente smarrito nelle ultime generazioni.
Sulla scena la Costa si fa depositaria della lingua e dell'opera (perché il dialetto è anzitutto una lingua) per rappresentare un gustoso faccia a faccia tra la Milano di Bertolazzi e quella di oggi; attorno a lei, le voci di un gruppo di adolescenti, disabili, emarginati, anziani, adulti e bambini faranno da controcanto quale specchio della comunità. Quella comunità che il più delle volte, nei teatri, non ci mette neanche piede.
«Ma Bertolazzi ricorda la Sinigaglia che è considerato uno dei massimi esponenti del Verismo italiano, riesce a descrivere Milano con una vividezza e una concretezza che non possono lasciarci indifferenti.
Siamo nell'800 ma la Milano che descrive, e qui sta il paradosso, assomiglia così tanto alla nostra, a quella che viviamo tutti i giorni; ecco perché El Nost Milan merita a pieno titolo di essere considerato un grande classico della drammaturgia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.