Eleganti e scollate le dame sfilano nel foyer

Paola Bulbarelli

L’Aida stile Hollywood colpisce e piace da impazzire. L’Aida zeffirelliana, tornata dopo 21 anni di assenza ha, finalmente, ridato a tutti la voglia di ricominciare ad ascoltare la vera musica e ad assistere a un vero spettacolo. «Basta minimalismo, basta opere sconosciute», è il coro che si leva alto tanto quello, straordinario, che si era appena esibito sul palcoscenico. «La più alta delle espressioni che il teatro d’opera può dare di sé - ha commentato Vittorio Sgarbi -. Non c’è nulla di più idiota nel modernizzare l’Aida. È stata la sintesi perfetta: ha tradotto in immagini il sogno dell’Egitto di Verdi». Le signore hanno dato lustro alla serata inaugurale della Scala rendendo importante l’aspetto folcloristico della prima. Mondanità, gossip, vanità ed eleganza sono i punti di partenza di ogni prima che si rispetti. E si sta pure tornando agli antichi fasti, quasi dimenticati. Lo conferma la cura che è stata dedicata a ogni mise: dall’abito ai gioielli alla pettinatura. Nero con ruches firmato Armani l’abito del sindaco Letizia Moratti così come il nero è stato scelto da Angela Merkel Cancelliere della Repubblica federale tedesca. Donne d’acciaio cui non manca il tocco femminile. Quel lato femminile esasperato da Valeria Marini in abito strizzato e iper scollato sulla schiena in velluto nero e pizzo di Ermanno Scervino o da Anna Maria Alazraki bellissima con un vestito a sottoveste di Versace con scollatura abissale sul davanti. Ha esagerato, invece, Cannelle, ex valletta di San Remo che ha esibito tutto ciò che poteva scoprire: gambe che uscivano da uno spacco inguinale, generoso seno tatuato con cuore. La classe, che non si compra a etti, non mancava di certo a Silvia De Benedetti in Lancetti vintage o a Paola Bagnasco in bordeaux ricamato o a Laura Spadacini con una camicia di pizzo antico di Lidia Cardinale o all’ammiratissima attrice Fanny Ardant. Si notavano per l’eleganza Marta Brivio Sforza, Cecilia Colussi, Wanda Galtrucco. E per i gioielli Daniela Javarone, Marinella Di Capua, Gabriella Dompè. Strepitose. In rosso Silvia Ferretto («riciclabile»), in broccato Tiziana Maiolo («mi ha colpito il tanga di Bolle»). «Dobbiamo essere molto orgogliosi», ha detto Sabrina Colle con vestito nero di Blumarine.

«Ora il paragone è talmente elevato che sarà difficile per gli altri teatri reggerlo», le ha risposto Bruno Ermolli vicepresidente della Fondazione Scala. «Un vanto per il nostro Paese», ha continuato Ottavio Fabbri. E ha concluso il direttore Mario Cervi: “Uno spettacolo come non se ne vedevano da tanto tempo“.

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