La mail più bella gliel'ha inviata una ragazza: «Mi ha confidato che da bambina, ogni volta che andava a Messa, in chiesa cercava suor Angela». L'identificazione fra ruolo e interprete è ciò che più ha contato, nello sconforto con cui i fan di Che Dio ci aiuti hanno accolto l'annuncio del «gran rifiuto» di Elena Sofia Ricci. Nell'edizione numero 7, infatti (da giovedi 12 su Raiuno), suor Angela-Elena farà le valigie: apparirà solo in tre dei venti episodi perché «dopo averne combinata una delle sue, tornerà nel carcere da cui è venuta anticipa l'attrice (la suora è un'ex detenuta per rapina a mano armata, poi convertitasi) - e lì si occuperà delle carcerate con bambini». E la rivedremo più nel convento degli Angeli Custodi? «Non so. Forse».
Intanto, protagonista della serie sarà la novizia Azzurra alias Francesca Chillemi «alla quale sono felice di passare il testimone commenta la Ricci -. L'ho vista crescere in questi anni; ora è perfettamente in grado di tenere alta la fiaccola». Cosa ha provocato la decisione (che ha consentito all'attrice di tornare all'amatissimo teatro, con La dolce ala della giovinezza, di Tennessee Williams)? «Sono allergica alla ripetitività. Ho bisogno di cambiare, di mettermi continuamente alla prova. Non faccio mai una serie per più di tre, quattro edizioni. Con i suoi 12 anni di produzione, 8 stagioni e 132 episodi, Che Dio ci aiuti è stata un'eccezione, motivata dall'amore enorme che provo per questo personaggio». Lo stesso che, secondo l'attrice, «è il grande protagonista delle nostre storie. È sull'amore che verremo giudicati, dice il Vangelo. E amore, declinato attraverso ironia, tenerezza e commozione, è ciò che regala la favola di questa specie di famiglia allargata, dove si viene accolti, compresi, mai giudicati, e in cui s'impara a rimediare agli errori». «Che Dio ci aiuti è un posto dove sbagliare è meno pericoloso conferma Luca Bernabei, della produzione Lux Vide (società del gruppo Freemantle) - perché ci si trova sempre qualcuno pronto a tenderti la mano«. L'altra componente che ha decretato la popolarità di quella che Bernabei definisce anche come «una carezza sull'anima», è il suo «meraviglioso lato spirituale nota la Ricci -. I dialoghi fra suor Angela e il Cristo suo sposo sono memorabili. Ad ogni fine puntata ci gettano nel mare degli stessi interrogativi in cui annaspiamo nella realtà. E qualche volta abbiamo anche il privilegio di trovare delle risposte». Della novizia Azzurra suor Angela non può dire che bene: «Caso vuole che fossi nella giuria che la elesse miss Italia, nel 2003. In questi anni è diventata ancora più bella, dentro e fuori. È diventata mamma, quindi donna matura, sensibile, e attrice eccellente: ha doti che io non ho, e che ho saputo esprimere grazie a lei». Non è stato facile, dopo tanto tempo, abbandonare il convento televisivo: «Per pura coincidenza l'ultimo giorno delle riprese ha coinciso con la mia ultima scena. Alla fine della quale tutto il cast mi ha regalato una festa d'addio che non potrò mai dimenticare. Ho pianto per due ore».
Elena Sofia Ricci si dice «molto
fortunata. Nella vita ho avuto grandi maestri: oggi trovo giusto e bellissimo passare agli altri quello che ho imparato. In questo io e suor Angela ci somigliamo davvero. Sentiamo entrambe lo stesso bisogno. Dare, dare, dare».
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