Nell'ultima giornata di campagna elettorale, Silvio Berlusconi parla a tutto campo agli italiani e torna ad attaccare il centrosinistra, criticandone programmi e strategie. "Io vorrei che tutti avessero chiaro che il loro programma è improponibile ed inaccettabile", ha detto, in un collegamento telefonico con Reggio Calabria, il premier. Che poi ha lanciato un memorandum agli italiani per ricordare cosa vorrebbe dire votare per il centrosinistra: "La reintroduzione dell’imposta comunale sulle entrate; l’Ici sulla prima casa che noi abbiamo abrogato; il raddoppio delle tasse sui rendimenti dei nostri risparmi, sui BOT, CCT, sugli interessi, sui dividendi delle azioni". Un programma, quello della sinistra, "che prevede l’introduzione di un’imposta sui beni di tutte le famiglie, cioè sui risparmi, sia in denaro sia in titoli, sia in immobili sia sull’intero patrimonio delle famiglie italiane. Per quanto riguarda questa che si chiama imposta patrimoniale da noi, invece, la garanzia assoluta che sino a quando avremo la responsabilità di governare il paese queste tre iniziative non si attueranno mai".
Ma l'elenco dei motivi per non votare il centrosinistra è lungo e Berlusconi continua a elencarne i punti principali, rimarcando l'eterogeneità del centrosinistra: "Questo listone che la sinistra ha presentato - ha aggiunto - che contiene un’accozzaglia di simboli dall’estrema sinistra sino a Casini e Fini, questo
listone che stanno portando avanti perché ritengono che sia il solo modo che hanno per ritornare al potere. Se avessero potuto essere eletti,
immaginatevi come avrebbero potuto avere un accordo: ci sarebbero stati litigi quotidiani".
La sinistra ha rovinato l'immagine di Napoli Il premier si è poi recato alla convention organizzata alla mostra d’Oltremare di Napoli per lanciare la candidatura di
Gianni Lettieri. E anche da lì ha rilanciato sugli stessi temi: "A Napoli è impossibile votare per la sinistra, significherebbe condannare Napoli a quello che è successo in tutti questi anni", ha spiegato il premier, che poi ha aggiunto: "In un Paese civile chi ha provocato questa tragedia sarebbe andato nascondersi e avrebbe chiesto scusa. Qui la sinistra non ha vergogna, hanno rovinato l’immagine di Napoli nel mondo". "Napoli soffre di una mal
amministrazione che ha dell’incredibile. Noi abbiamo dimostrato che si potevano tenere le strade pulite ed abbiamo lasciato un monito preciso
all’amministrazione comunale che però non ha fatto nulla di tutto quello che doveva fare e una società comunale ha anche bloccato una gara
d’appalto per costruire i termovalorizzatori. Non solo non fanno nulla ma impediscono agli altri di fare, è una sconcezza inarrivabile".
L'attacco ai magistrati "Oggi la sovranità in Italia non è del popolo ma di Magistratura democratica", ha detto Berlusconi, dal palco del comizio di Napoli. "È una cosa che non esiste in una vera democrazia, è una patologia della nostra democrazia".
Repubblica mi paragona a Hitler Il Cav è tornato a parlare anche del confronto tra Moratti e Pisapia. Hai voglia a predicare calma, moderazione e pacatezza dei toni. Ogni volta c'è sempre qualcuno pronto a guardare la pagliuzza nell'occhio altrui e non la trave nel proprio. Capita tra i politici, soprattutto nelle sfide elettorali, ma capita anche nei giornali. L'ultimo esempio lo ha portato alla luce proprio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che in riferimento allo "scandalo che hanno fatto le parole della Moratti", chiama in causa la Repubblica di oggi che pubblica un articolo di Cordero in cui mi paragona Hitler". Il premier ha commentato così gli inviti a moderare i toni della campagna elettorale. Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento a un estratto della lezione che Franco Cordero terrà domani al Salone del Libro di Torino, pubblicato sul quotidiano diretto da Ezio Mauro.
L'articolo contro il Cav Nel testo, dal titolo "Il Duca Valentino del Terzo millennio", si legge tra l’altro: "Pro forma siede un Parlamento, organo vociferante del padrone: ai bei tempi era antagonista del re; sub divo Berluscone riprodurrebbe Reichstag nazista o Camera dei fasci e delle corporazioni, quod deus avertat, ma lo vediamo già nelle Camere attuali, sebbene in una il sovrano sia forte appena di un minimo margine. Vuol riscriversi la Carta e comandare le giurisdizioni come a stento vi sarebbe riuscito Re Sole". E poi ancora: "cinico, irridente, volgare nel profondo, bugiardo, versipelle, attore d'una scurrile commedia dell'arte, spietato contro gli avversari...cambia le regole modificando gli scenari; è performance rara,dall'epilogo catastrofico, almeno sinora. Adolf Hitler vi dura dodici anni. Qui siamo al diciassettesimo in un contesto molto diverso d'oipera buffa e fondali neri". Più si va avanti nel leggere il testo e più aumentano gli epiteti affibiati al premier: ridicolo, pifferaio, volgare, vecchio.
Ma il colpo di scena giunge come sempre sul finale. Quando Cordero scrive: "L'Italia fascista era meglio o peggio dell'omonima trafficante decerebrata? Meglio, direi: l'ex sovversivo dagli occhi sbarrati e scatti epilettoidi, gran giornalista e scrittore d'istinto, in forme egemoniache sognava le fortune d'Italia...". Frasi che non sono altro che un estratto della lezione che Cordero terrà domani al Salone del libro di Torino sul tema "Scorci del vizio italiano". Frasi prontamente pubblicata dal quotidiano di Ezio Mauro.
Di Pietro: liberarsi dal regime Ma Cordero non è l'unico a sparare a zero contro il premier. A seguire l'invito a moderare i toni, si fa per dire, c'è anche il solito Antonio Di Pietro che, giusto per rimanere in tema di dittature, parla così in un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno: "Le amministrative e i referendum sono il banco di prova tra uno Stato di diritto e uno Stato di regime. Le firme raccolte dall'Italia dei Valori per i referendum possono mettere in condizione gli italiani di trovare la forza di liberarsi di un regime dittatoriale, prima che dalla farsa e dal ridicolo si passi alla tragedia. Una risposta positiva ai referendum dimostrerebbe la divaricazione tra il consenso "comprato" in Parlamento e il Paese, e questo dovrebbe portare il presidente della Repubblica ad aprire la crisi''. Se questi sono i modi giusti per abbassare i toni...
"Dubitate sempre di coloro che non sono autoironici, questi signori della sinistra sono antropologicamente diversi da noi: tanto noi godiamo nel fare il bene, tanto loro appare che godano nel vedere altri che stanno male e fare il male. Ho capito perché la Iervolino è sempre incazzata: perché si guarda allo specchio la mattina e si rovina la giornata", ha detto il premier, che poi è tornato ad attaccare alcune trasmissioni della televisione pubblica, come Ballarò e Annozero. Berlusconi ha invitato la gente a non credere alle "menzogne" diffuse dalla stampa, dalle radio e dalle televisioni "della sinistra". "Ho visto in questi giorni Ballarò e Annozero ed è davvero uno scandalo: in nessun Paese al mondo è ammissibile che la televisione pubblica, pagata con i soldi dei cittadini, possa arrivare a tale grado di faziosità".
«È importante avere una scopa nuova che scopi bene». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, chiudendo la campagna elettorale per il candidato sindaco del Pdl a Napoli Gianni Lettieri.
«È impossibile - ribadisce il premier - lasciare alla sinistra che ha dato straordinaria prova di incapacità la guida della città, bisogna affidarsi ad una amministrazione opposta a quella che ha inferto le ferite di cui avete sofferto e di cui ha sofferto la città».
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