Eluana, procura di Udine chiede l'archiviazione

Beppino Englaro era accusato di omicidio volontario. Con lui indagate altre 13 persone. La richiesta di archiviazione arriva dopo la perizia sull'encefalo di Eluana, in cui si spiega che la situazione del cervello era coerente "con lo stato vegetativo permanente". Ora a decidere sarà il gip

Eluana, procura di Udine chiede l'archiviazione

Udine - La procura di Udine ha chiesto l’archiviazione dell’indagine su Beppino Englaro e altre tredici persone per il reato di omicidio volontario. La notizia - anticipata dal Messaggero Veneto - è stata confermatada fonti investigative. La richiesta è stata inoltrata nei giorni scorsi al gip del Tribunale, Paolo Milocco.

L'inchiesta Nei confronti di Englaro era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario, e per altre 13 persone quello di concorso in omicidio volontario aggravato. L’inchiesta era stata aperta dalla Procura di Udine dopo la morte di Eluana, avvenuta il 9 febbraio scorso alla clinica udinese "la Quiete" dopo 17 anni di stato vegetativo persistente, in seguito all’interruzione della nutrizione e dell’idratazione secondo il protocollo definito sulla base del decreto della Corte d’Appello di Milano. Nell’inchiesta sono stati sottoposti a indagini, oltre al padre di Eluana, Beppino Englaro, l’anestesista Amato De Monte, capo dell’equipe medica che attuò il protocollo.

La perizia La richiesta di archiviazione giunge dopo il deposito, il 16 novembre scorso, di una perizia sull’encefalo di Eluana Englaro eseguita dai neurologi Fabrizio Tagliavini di Milano e Raffaele De Caro di Padova, in cui viene spiegato che la situazione del cervello di Eluana "era coerente con lo stato vegetativo persistente" in cui la donna si trovava dopo l’incidente automobilistico avuto nel 1992 e che "i danni neuropatologici osservati erano anatomicamente irreversibili".

L'ultima parola al gip Il difensore di Englaro e degli altri indagati, Giuseppe Campeis, aveva depositato in Procura una memoria difensiva redatta con l’avvocato Vittorio Angiolini di Milano, in cui si sostiene che "non sussiste il reato contestato, né ci sono elementi di fatto o di diritto

per poter sostenere l’accusa di omicidio volontario". Il gip Paolo Milocco, assegnatario del fascicolo penale, dovrà ora decidere se accogliere la richiesta della procura o se respingerla indicando come procedere. 

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