Mentre l'inchiesta francese fa il suo corso e il fondatore e amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, rimane in custodia dalla polizia, è bene cercare di capire innanzitutto il livello di sicurezza di una delle app di messaggistica più utilizzate al mondo e i motivi per cui il 39enne nato in Russia è stato arrestato. Una premessa è doverosa: tra i vari capi d'accusa, a Durov viene contestato ciò che lui assicura ai suoi utenti ossia la massima protezione dei propri dati che in realtà sarebbero stati violati per non aver moderato a dovere su molti dei contenuti che quotidianamente si scambiano gli utenti sulla piattaforma.
Cos'è la crittografia
Chi utilizza abitualmente WhatsApp e Telegram sa che alla base delle chat tra gli utenti esiste quella che viene chiamata crittografia: in termini generici si tratta di un sistema che protegge tutti i dati sensibili e non da eventuali furti informatici, dalla modifica o altre violazioni che riparano le persone da tutti i rischi. C'è un codice segreto che per essere sbloccato ha bisogno di una chiave digitale univoca: come ricorda Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, "i dati criptati possono essere protetti quando sono a riposo su computer o in transito tra computer o durante l'elaborazione. La crittografia è il processo di protezione delle informazioni o dei dati mediante l'uso di modelli matematici".
Il metodo usato su Telegram
Come si può leggere tra le Faq di Telegram, alla generica domanda degli utenti su come vengono crittografati i dati, l'app fondata da Durov risponde che vengono supportati due diversi livelli di crittografia: la prima si chiama crittografia server-client ed è utilizzata nelle chat private e di gruppo mentre le chat segrete hanno anche un livello più elevato di crittografia client-client. "Tutti i dati, a prescindere dal tipo, sono crittografati nella stessa maniera, sia che siano testi, media o file", spiegano gli sviluppatori. All'ulteriore domanda degli utenti sul perché ci si possa fidare di Telegram, anche in questo caso la risposta è chiara: "Quando usi una chat segreta non è necessario fidarsi – accertati solamente che la chiave visualizzata nella chat segreta corrisponda a quella nelle impostazioni della chat segreta del tuo amico".
L'arresto di Durov
Anche se per tutti gli altri Paesi del mondo, attualmente, Durov sarebbe un cittadino libero, la Ofmin (ufficio che contrasta la violenza sui minori) crede che il fondatore non sia stato così vigile commettendo vari reati tra cui frode, truffe, traffico di stupefacenti ma anche reati pedocriminali. In pratica, al centro dell'inchiesta francese si trovano i sistemi di controllo di Telegram che secondo i francesi non sono stati evidentemente così efficaci ma hanno dato spazio a numerose illegalità. Un tema caldo è legato proprio al controllo, forse sarebbe meglio dire mancato, nelle varie interazioni tra utenti. "Tutte le chat e i gruppi di Telegram sono territorio privato dei loro rispettivi partecipanti. Non eseguiamo alcuna richiesta relativa ad esse", recita la risposta su come si possono togliere eventuali contenuti illegali. L'intevento, infatti, avviene soltanto sui contenuti che sono "disponibili pubblicamente".
La "falsa sicurezza" di Telegram
Alcuni esperti informatici spiegano che, chi vuole essere davvero sicuro al 99,9%, ha a disposizione altre applicazioni di messaggistica considerate migliori come Signal giusto per fare un nome.
Allora, come mai Telegram ha questa fama? Probabilmente è una questione relativa principalmente al brand, al suo nome, "che è stato costruito in un'epoca in cui non c'era crittografia end-to-end. Nel corso del tempo non è più così. È rimasto un mito", ha spiegato al Corriere il prof. Riccardo Meggiato, esperto e consulente in Digital Forensics e cyber-security.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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