L'ennesimo attentato si è verificato ieri davanti alla sede napoletana di Equitalia, in corso Meridionale, davanti alle porte che danno su via Padova, dove si trova l'ingresso degli uffici. Tre le deflagrazioni, che hanno causato danni limitati alle porte esterne, rompendo i vetri e rovinando le saracinesche dell'agenzia delle Entrate, avvenute quasi in contemporanea. Al momento dello scoppio la strada dove si trova l'edificio era deserta e non c'erano passanti nelle vicinanze. Non ci sono stati quindi danni a persone.
La polizia scientifica, intervenuta sul luogo dell'esplosione, ha effettuato i rilievi di rito, stabilendo che l'esplosivo sarebbe stato piazzato tra le saracinesche e le vetrate e cercato ulteriori sostanze esplosive ed eventuali altri ordigni inesplosi. Dalle analisi sembra che la potenza degli ordigni utilizzati fosse decisamente limitata, tanto che neppure le macchine in sosta davanti al palazzo hanno riportato danni.
Il punto interessato dall'esplosione è lo stesso nel quale fu fatto esplodere un altro ordigno poco più di un mese fa. Anche in quel caso i danni alla struttura non furono rilevanti, tanto che in un primo momento l'avvenimento non fu neppure registrato come un attentato.
Nella notte dei manichini "impiccati" sono stati invece collocati vicino alla sede romana di Equitalia di via Aurelia, gesto rivendicato da Roma Nord, associazione di destra.
Sul comunicato con cui rivendicano il gesto, si legge che "i militanti hanno appeso sulle vetrate alcuni manichini per protestare contro i metodi di riscossione della società dell’Agenzia delle Entrate, a seguito delle preoccupanti notizie sui numerosi suicidi per debiti dovuti nei confronti delle istituzioni varie"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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