Esce con lindulto, picchia a sangue i genitori. Per dieci anni ha massacrato di botte gli anziani familiari. Tanto che i giudici lo avevano condannato a più riprese per maltrattamenti e lesioni gravi a un totale di dieci anni di reclusione. La scorsa estate, però, C.V.E., 45 anni originario di Avellino ma residente assieme ai suoi a Torvaianica, viene rimesso in libertà (aveva scontato 8 anni della pena) grazie alla legge «sanatoria» per i carcerati. Beneficio che non è servito a fargli cambiare vita.
Alcol a fiumi, droga e piccoli espedienti quotidiani gli permettono di tirare a campare. E quando non trova il modo per tirar su qualche soldo, luomo si scaglia contro i genitori e li deruba della pensione. Una storia triste: papà e mamma, spesso, per evitare di finire in ospedale, si vanno a rifugiare nella caserma dei carabinieri della cittadina balneare o in casa di parenti e amici. Ma di denunciare il figlio neanche a parlarne. «Non vogliamo che finisca ancora una volta un galera» si giustifica, in lacrime, la madre. «I due erano costretti a tacere - spiegano i carabinieri - per quellaffetto incondizionato che lega genitori e figli e che, molto spesso come in questo caso, non è ripagato». Una situazione difficile da sbloccare. I militari temono il peggio per i due vecchietti, che la situazione possa sfociare in tragedia. Bisogna agire dufficio e raccogliere riscontri, prove, testimonianze, quanto basta perché la Procura firmi un nuovo mandato di cattura. E così avviene: ieri mattina luomo è stato ammanettato e processato per direttissima dal Tribunale di Velletri. Le accuse? Estorsione e lesioni gravi continuate. Sufficienti perché sconti il resto della pena per la quale era stato graziato dallindulto, con laggiunta della condanna per i nuovi fatti. Altro posto, stessa storia: a Cerveteri un uomo di 37 anni è stato arrestato per aver picchiato la convivente e i carabinieri di Passoscuro accorsi in aiuto. Al culmine dellennesimo litigio, difatti, la poveretta riesce a telefonare al 112.
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