È stato siglato ieri in Campidoglio il protocollo di intesa tra il Comune e la comunità cinese. Ad apporre le firme dellaccordo lassessore alla sicurezza, Jean Leonard Touadi, e il rappresentante della comunità cinese, Chen Shao Min, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato anche il sindaco Walter Veltroni, il presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro e il consigliere presso lAmbasciata cinese in Italia, Tao Tugen.
Nel protocollo si legge che la comunità cinese si impegna a rispettare rigorosamente le leggi italiane e lavorare nel rispetto della legalità, continuando a educare e a formare le nuove generazioni a tali principi e a riqualificare le insegne e lallestimento dei negozi installando entro 90 giorni da oggi insegne con scritta italiana. Inoltre si adeguerà alle nuove regole di carico e scarico merci, a rispettare quelle di raccolta degli imballaggi, al divieto di vendita allingrosso impegnandosi nella diversificazione commerciale e a concordare con gli altri commercianti non cinesi un responsabile di strada, che si occupi del decoro della stessa. Inoltre i responsabili di strada dovranno contribuire attraverso un apposito contratto con Ama a migliorare la pulizia del quartiere.
Un altro punto dellaccordo prevede poi che la comunità cinese si impegni a lavorare per lintegrazione culturale con i cittadini italiani. Accanto agli otto punti che impegnano la comunità cinese, ce ne sono altrettanti che legano il Comune di Roma. Gli impegni che il Campidoglio ha assunto sono, innanzitutto, di «agevolare il più possibile lintegrazione culturale e sociale della comunità cinese e favorire, nelle aree di residenza cittadina, soluzioni urbanistiche e abitative tese ad evitare la formazione di nuovi quartieri monoetnici».
Inoltre il Comune attiverà corsi finalizzati allapprendimento della lingua italiana e a quanto previsto dalla normativa in tema di integrazione, legalità e commercio. Lamministrazione comunale creerà, in collaborazione con lUniversità di lingue orientali, uno sportello di educazione interculturale e alla legalità, formando mediatori di lingua madre cinese, da inserire nel Registro comunale dei mediatori culturali. Non solo, si prevedono anche «iniziative di alto valore culturale che coinvolgano la comunità cinese e in particolare le seconde generazioni».
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